Prima serata di atletica: spettacolo garantito. Si inizia subito col botto. C’è una grandissima gara di getto del peso a inaugurare lo Stadio Olimpico. In quattro abbondantemente oltre i 21 metri, capaci di migliorarsi tentativo dopo tentativo e di ingaggiare una lotta che scalda gli spalti (gremiti nonostante le polemiche degli ultimi giorni).
Le sportellate se le tirano in primis Tomasz Majewski e David Storl. Polonia contro Germania. Il vecchio contro il nuovo (trent’anni il primo, ventidue appena compiuti il secondo). Due generazioni a confronto. Campione olimpico vs. campione mondiale. Due stili a confronto. Forza e velocità da una parte; giochi di gambe e grandi spinta dall’altra. Agonismo che sfida la tecnica pura. Parlando col metro: 21.87 contro 21.86. Sì, un solo centimetro a separare i due contendenti. È in favore di Majewski che può bissare così il titolo di Pechino (nell’ultima prova è pure capace di 21.89, segno di grande concentrazione e rispetto del successo). Eguaglia così il grande Parry O’Brien (Helsinki ’52 e Melbourne ’56) e il mitico Ralph Rose (Saint Louis 1904 e Londra 1908, per l’americano che lanciava anche disco e martello). Per il bronzo è sfida tra gli statunitensi: la spunta Hoffa (21.23) su Cantwell (21.19). Delude invece il loro connazionale Whiting, uno dei favoriti per le medaglie, che conclude nono con 20.64.
Il bis arriva anche per un’altra grande icona dell’atletica mondiale. Si temeva che gli ultimi quattro anno pieni di acciacchi e infortuni avessero indebolito il suo talento innato. Tirunesh Dibaba, invece, torna più forte di prima, mostra in mondovisione la sua immensa classe e porta la sua Etiopia di nuovo sul gradino più alto del podio nei 10000m. Sfrutta bene il lavoro delle lepri giapponesi nella parte iniziale di gara, conduce una gara attenta e accorta fino a metà. A questo punto capisce che è in formissima e mette alla frusta la connazionale Kidane. Il gruppo si spezza letteralmente sotto un ritmo costante e di assoluto rilievo: non alzano praticamente mai il piede dai 72 secondi a tornata (con alcuni picchi a 69). In testa si ingaggia la solita guerra del mezzofondo tra gli eterni rivali. Kenya contro Etiopia. Etiopia contro Kenya. Due contro due. Di là ci sono Vivian Cheruiyot, campionessa del Mondo, e Sally Kipiego. Lo scatto della Dibaba a500 metridal traguardo è però micidiale, impressionante, di una forza inaudita. Si crea subito il buco sulle avversarie. L’ultimo giro è da manuale dell’atletica: 62 secondi dopo quasi 10km per chiudere in 30:20.75! Non ce n’è per nessuna. Dietro l’iridata si deve accontentare del bronzo (30:30.44) perché non riesce a contenere nemmeno la compagna (30:26.37). La nostra Nadia Ejjafini, di origini marocchine, conclude la sua prova in diciottesima posizione (31:57.03) venendo doppiata nel finale. Miglior europea è l’idolo di casa, l’applauditissima Jo Pavey (30:53.20).
Si è disputato anche il primo turno dei 100m femminili. Ovviamente nessun problema per il big. La miglior impressione l’ha destata Carmelita Jeter, campionessa del Mondo. La statunitense è andata via in scioltezza, con una buona ritmicità di falcata lasciandosi poi andare nel finale (10.83). La connazionale Allyson Felix campionessa olimpica uscente non si spreme più di tanto e chiude bene in 11.01. Le giamaicane passeggiano: Veronica Campbell-Brown fa 10.91, Shelly Fraser ferma i cronometri sugli 11 secondi netti. Domani semifinali e in serata verrà incoronata la nuova Regina.
Nelle qualificazioni del salto in lungo maschile una bella sorpresona ammutolisce una Nazione intera. Irving Saladino, campione olimpico uscente, si rende protagonista di tre nulli. L’eroe della patria non riesce a fare sognare di nuovo la sua amata Panama a cui, quattro anni fa, aveva regalato la prima medaglia a cinque cerchi. Certo la condizione non era delle migliori, negli ultimi tempi ha fatto parecchia fatica ma è un’atleta di assoluta importanza. Esce anche a sorpresa il russo Morgunov, un giovanotto di diciannove anni che poteva essere un grande protagonista. In testa il brasiliano Da Silva e lo statunitense Goodwin sono gli unici a raggiungere la norma e terminano pari merito a 8.11. Menkov e Rutherford sono subito lì.
Nel disco femminile turno di qualifica senza scossoni. Nadine Muller, la cubana Yarelys Barrios, la russa Darya Pishchalnikova e la croata Sandra Perkovic saranno le cacciatrici dell’oro.
Nell’eptathlon Jessica Ennis è pronta per dare una gioia ai sudditi di Sua Maestà. Le sue prove di velocità sono eccezionali, a livello degli specialisti. Il 12.54 sui 100 ostacoli parla da solo. Ci aggiunge 22.83 nei 200m (corsi con un ottimo allungo sul rettilineo e una grande pennellata in curva). Poco importa se deve subire nel peso e nell’alto. I suoi 4158 punti sono una cassaforte e sono difficilmente raggiungibili dalla lituana Austra Skujyte ferma a 3974. Domani ha tutte le possibilità per superare la sempre importante barriera dei 7000 punti.
(foto Brunei Times)
OA | Stefano Villa