Dopo la sorpresa della vittoria in semifinale contro Rafael Nadal, Fabio Fognini non completa l’opera e torna sulla terra, cedendo per 6-2 6-3 a David Ferrer nella finale dell’ATP 500 di Rio De Janeiro. Per Ferrer si tratta del ventitreesimo titolo in carriera, il dodicesimo su terra battuta.
Il percorso del ligure nel tabellone brasiliano non è stato per nulla agevole. Sin dal primo turno, infatti, Fognini ha dovuto annullare match point al ceco Jirí Veselý, poi sconfitto per 1-6 7-6 6-1. Agli ottavi si è sbarazzato di Pablo Andújar (6-3 6-2), ma l’incontro successivo si è rivelato una maratona notturna, vinta al nono match point su Federico Delbonis per 6-4 6-7 7-6. Poi è arrivata l’impresa dell’1-6 6-2 7-5 su un Nadal a mezzo servizio e pure acciaccato nel rush finale, che ha portato Fognini alla finale numero nove in carriera, l’ottava sulla sua superficie prediletta.
Il veterano iberico, invece, ha ottimamente difeso la sua seconda testa di serie, superando nell’ordine il connazionale Gimeno-Traver, l’olandese De Bakker, l’argentino Juan Monaco (al terzo set) e l’austriaco Haider-Maurer, giungendo così alla partita decisiva da favorito, visti i sette precedenti contro Fognini, tutti terminati dalla sua parte.
Fognini-Ferrer, la cronaca della finale
Il gioco nelle prime battute è subito rapido e frizzante, ricco di accelerazioni e di punti spettacolari. Sembra esserci una sostanziale equivalenza tra le due parti in campo, ma la differenza la fa presto la capacità di mantenere un livello stabile per il maggior tempo possibile. Il dritto di Fognini inizia a sfarfallare eccessivamente e dopo aver annullato tre palle break, l’azzurro cede il servizio nel quarto game. Ferrer non è freddissimo e riapre la porta nel turno di servizio successivo: Fognini, però, non ci si infila e sciupa malamente, regalando il 4-1. Fabio sembra poi avere uno scatto d’orgoglio, con una striscia di quattro punti consecutivi a partire dalla chance del 5-1 per il suo avversario. Proprio quando quella striscia potrebbe prolungarsi, invece, avviene il patatrac: Fogna si divora un semplice dritto da metà campo (si sarebbe portato 0-30 sul 4-2 Ferrer) e allora il tennista di Javea inserisce il pilota automatico fino a chiudere il primo parziale sul 6-2. Eccessivi i diciassette errori non forzati dell’italiano, di cui undici con il fondamentale che aveva fatto la differenza soprattutto contro Nadal.
Il secondo set inizia con un paio di game facili al servizio, ma prende una direzione ben precisa non appena Fognini si fa annullare un’altra opportunità da break sull’1-1. Il quarto game, infatti, è di nuovo quello decisivo e Ferrer azzanna la partita con un paio di capolavori, che gli permettono di volare sul 5-1. Il ligure si aggrappa più che può al match, con le unghie e con i denti, finché finalmente strappa la battuta a 30 e costringe l’avversario a servire nuovamente.
E a quel punto, ovviamente, il dritto di Fognini si chiama ancora fuori: quattro errori sciagurati, due da 0-15 e due da 40-40, decretano l’ottava sconfitta su otto incontri per l’allievo di Perlas contro l’ex numero 3 del mondo, che bissa in terra brasiliana il titolo di Doha di poco più di un mese fa e sembra non voler mollare quella fama di giocatore intramontabile che continua a guadagnarsi costantemente, settimana dopo settimana.
Fognini, che ha chiuso l’incontro con gli stessi vincenti (15) del valenciano, ma con il doppio degli errori (29 contro 14), può comunque consolarsi per il ritrovato feeling con la terra rossa e per le sei posizioni guadagnate nel Ranking ATP, dalla ventottesima alla ventiduesima.
Ferrer resta nono, mentre Nadal, in attesa di ritornare a pieno regime, scende al quarto posto, scavalcato da Murray.