Siamo soliti vederli sui muri. Finiti, colorati, in bianco e nero. Molto spesso li osserviamo in fotografia o su internet. C’è chi li chiama graffiti, chi li chiama murales, chi disegni. Di altro si sa ben poco. Il freddo, il caldo, i posti giusti da scegliere, gli spazi abbandonati e dimenticati, il colore che non asciuga, i viaggi in macchina, gli incontri, i panini e la birra, le scoperte, la voglia di disegnare. Lo sfondo, le righe, i quaderni. Un mondo a parte. Da conoscere. Il libro “Atroce” nasce per questo. Racconta con le immagini e le parole che cosa vuol dire dipingere per strada. James Kalinda e Centina sono i protagonisti. La loro è un’esplorazione urbana dentro luoghi dimenticati dal genere umano. Scavalcano muri e spostano pezzi di vite passate per buttar dentro schizzi di energia che in pochi riescono a vedere. Atroce è il buco dentro al quale possiamo spiare e guardare finalmente quegli schizzi. Ogni pagina è una rivelazione. Del loro impegno, della loro bravura, della loro passione.
“Questi luoghi dimenticati sono destinati a scomparire.
Distrutti, per poi risorgere a nuova vita. Schegge di una società folle e pazza
Come un cane che si morde la coda.
Oserei dire:
Atroce”
Grapefruitartbooks