Bravi, avete indovinato. Il titolo italiano è lo stesso di un vecchio film di con Denzel Washington, Bruce Willis e Annette Bening, ma questa – direbbe Billy Wilder – è un’altra storia (anche perché l’originale è Olympus Has Fallen). Alla regia c’è Antoine Fuqua (Training day), alla produzione e nel ruolo di protagonista Gerard Butler, attore abbonato ai film d’azione non tanto per il suo physique du role, quanto per la capacità di sublimare personaggi muscolari e performance iperfisiche in qualcosa di credibile, drammatico, intenso. Soprattutto se, come in questo caso, ha accanto una spalla d’eccezione come Aaron Eckhart, già applaudito nei vari Thank you for smoking e in The Dark Knight, stavolta nei panni del Presidente degli Stati Uniti. Sequestrato e minacciato di morte.
Siamo nel bel mezzo di un feroce attacco terroristico alla Casa bianca, ad opera – guarda un po’- di un gruppo di espertissimi nordcoreani. L’unico a riuscire a penetrare nell’edificio (tutt’altro che inattaccabile: viene assalito in pochi minuti – una delle “piroette” della sceneggiatura) e a gestire a suo modo la problematica situazione è lo scaltro ex capo body guard del Presidente (Butler, appunto), allontanato dopo anni di servizio per via di un tragico incidente riguardante la First lady. Sarà lui l’infiltrato per eccellenza, che il neo-vicepresidente Morgan Freeman e i suoi consiglieri utilizzeranno per salvare gli ostaggi illustri (e torturati) in mano ai terroristi.
Ora, i cliché del film d’azione ci sono tutti (se siete fan del genere che aspettate ad andare al cinema?), ma vengono ben dosati nella pellicola secondo un ritmo e una tensione notevoli. Non aspettatevi quindi un prodotto originale o privo di imperfezioni, ma un film adrenalinico, coinvolgente, con dialoghi impregnati di quell’ironia dissacrante che, nei momenti più improbabili, fa esplodere in sonore risate. Un film, insomma, che centra l’obiettivo su tutti i livelli: quello esplicito, intrattenere il pubblico da bravo novello Die Hard con l’anima (qui si punta a valorizzare l’eroismo dell’uomo qualunque, a partire dalla guardia del corpo del Presidente). E quello implicito, esorcizzare la paura/ossessione americana verso il terrorismo con una patriottica risata.
Da non sottovalutare il terzo livello, quello commerciale: nelle intenzioni, c’era forse battere sul tempo l’analogo White House Down di Roland Emmerich, che sbarcherà in sala solo a giugno. Nei risultati, il botteghino è stato ufficialmente espugnato. Anch’esso nel giro di pochissimo tempo, ma senza gravi conseguenze apparenti.
di Claudia Catalli