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Attacco alla Siria, Obama prende tempo

Creato il 01 settembre 2013 da Candidonews @Candidonews

siria copia

Obama prepara l’attacco alla Siria, prima però chiederà il via libera dal Congresso, per coinvolgere i Repubblicani ed i Democratici nella scelta finale evitando di ‘intestarsi personalmente’ l’intervento.

La Gran Bretagna per ora è costretta a dire no, a causa del voto contrario del Parlamento alla richiesta del Primo Ministro Cameron. La Francia invece scalpita e sarà al fianco degli Stati Uniti.

Un attacco, quello alla Siria, che non sembra poter avere l’avvallo dell’ONU, in cui il probabile veto della Russia impedirebbe l’approvazione di qualsiasi missione ‘contro Assad’.

Sarà quindi una ‘coalizione di volenterosi‘ quella che interverrà nel paese arabo. Non è chiaro come, con quali obiettivi e soprattutto con quali risultati.

In Siria non ci sono ‘buoni e cattivi’ ben definiti, ci sono fazioni in lotta per la conquista del potere, chi ci va di mezzo sono i civili, come in tutte le guerre purtroppo. Il dilemma è, si può intervenire in una guera civile interna ad un Paese?

Si, se si superano ‘certi limiti’, come ad esempio l’uso di armi chimiche. Bene, ma ci sono prove che le armi chimiche sono state lanciate da Assad? Ancora non si hanno notizie certe. Nulla è chiaro e semplice.

Si rischia quindi di ripetere l’errore irakeno, ovvero aver invaso, bombardato, distrutto, raso al suolo una Nazione (guidata da un dittatore sanguinario sia ben chiaro) per poi scorpire che la causa scatenante dell’invasione (le armi di distruzione di massa) era una bugia.

Sarebbe utile piuttosto un intervento delle Nazioni Unite per ‘smilitarizzare’ le due fazioni mentre al momento i russi finanziano Assad mentre l’Occidente rifornisce di armi i ribelli. Ma si sà, vendere armi fa fare soldi, dispiegare un esercito di pace no.

Senza contare che un intervento in Siria vedrebbe probabilmente coinvolto anche l’Iran. Vi potrebbero essere rappresaglie contro Israele. Nel Libano, da sempre sotto controllo Hezbollah, potrebbe esplodere una nuova guerra interna.

C’è da pensare bene alle conseguenze di una guerra del genere.


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