Mogadiscio - sono morte quindici persone oggi in un attacco contro un complesso dell’ONU: quattro stranieri, responsabili della sicurezza e membri dell’Undp, programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, quattro guardie somale e sette militanti.
L’attentato è stato rivendicato dal gruppo fondamentalista al Shabaab, vicino ad Al Qaeda. Si è trattato di un attacco particolarmente violento: prima un’autobomba, poi un kamikaze che si è fatto saltare in aria all’ingresso del compound, e infine un commando di uomini armati ha aperto il fuoco all’interno del complesso.
In seguito, le truppe somale e dell’Unione africana sono intervenute con uomini e mezzi corazzati e hanno ripreso il controllo del compound dopo una battaglia durata almeno un’ora e mezzo: hanno fatto sapere di aver ucciso tutti gli attentatori.
Il premier somalo Abdi Farah Shirdon ha subito condannato l’accaduto, esprimendo solidarietà all’ONU e riconoscenza per l’aiuto che l’organizzazione mette in campo in Somalia.
Altrettanto immediata la reazione del segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon, che si è detto “scioccato” dall’avvenuto anche perché, fa sapere dal suo portavoce, viene costantemente informato della situazione somala.
Non è la prima volta che questo obiettivo viene preso di mira: nel 2008 un altro attacco aveva causato la morte di due membri dell’ONU. Questo è il primo attentato da quello di aprile, dove avevano perso la vita 24 persone.
Articolo di Sara Martinetto