Magazine Media e Comunicazione

Attacco notevole, ma non apocalittico

Creato il 28 marzo 2013 da Db @dariobonacina

Il putiferio che in queste ore viene dipinto con tinte apocalittiche e indicato come “il più grande cyber-attacco della storia” (o addirittura “l’attacco hacker che ha quasi distrutto internet”) sarebbe la degenerazione di una diatriba digitale. In realtà la vicenda appare largamente sovradimensionata: meno allarmante di come è stata trattata da molti, sarebbe nata da un attacco perpetrato ai danni di Spamhaus (che aggiorna una black list di generatori di spam, molto utilizzata) da parte di Cyberbunker, un hosting provider olandese, che “indispettito” per essere finito nella lista dei cattivi avrebbe pensato bene di spedire un po’ di fuffa digitale a Spamhaus, abbastanza da bloccarne l’attività.

Concordo sul fatto che l’evento sia indubbiamente considerevole: i due si sarebbero scambiati un botta-e-risposta che avrebbe raggiunto picchi da 300 Gbps (si parla di 300 Gigabit al secondo, circa 35 Gigabyte). Spamhaus, coadiuvata da CloudFlare, sarebbe riuscita a parare i colpi e a costringere Cyberbunker a orientare i propri attacchi altrove.

L’attacco si sarebbe quindi propagato anche ad alcuni Internet Exchange (quello che ha subito maggiori disservizi è il Linx, che il 23 marzo per un’ora ha lavorato al 50% delle proprie possibilità).

AkamaiRealTimeWebMonitor

ITR-2013-03-28

Tuttavia, analizzando alcune rilevazioni in tempo reale fornite da vari servizi disponibili sul web, non sembra affatto di essere vicini alla distruzione di Internet: il Real-Time Web Monitor di Akamai evidenzia effettivamente i picchi di traffico nelle zone interessate da questa vicenda, ma a livello globale mostra una situazione piuttosto tranquilla.

Come suggerito da un equilibrato articolo di Gizmodo, inoltre, è possibile consultare anche il traffico mensile rilevato da Internet Traffic Report.

Osservandolo notiamo anzi che all’inizio di marzo c’è stato di peggio (maggiori picchi di traffico, generati probabilmente da altre cause), ma nessuno ne ha parlato con l’enfasi di questi giorni e in effetti Internet è ancora in piedi, nonostante da qualche parte si legga che si è trattato di “qualcosa di simile alle bombe nucleari”, armi che però disintegrano, mentre finora al massimo abbiamo assistito a eventi temporanei.

Quindi è doveroso osservare questi fenomeni con molta attenzione, ma è opportuno porre altrettanta attenzione anche ai termini utilizzati per parlarne.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog