Attentato a Tunisi sono stati coinvolti quattro italiani.
È giunta la temuta conferma della presenza di almeno quattro italiani tra le vittime dell’attentato a Tunisi. I morti del vile attacco da parte di terroristi facenti capo allo Stato Islamico sarebbero complessivamente 24. Nelle ore pomeridiane di ieri si temeva il peggio, poiché indiscrezioni provenienti da sedi governative tunisine, unite ai timori della Farnesina, lasciavano presagire che fossero presenti dei connazionali al Museo del Bardo di Tunisi, dove intorno alle 12:40 avevano fatto irruzione i terroristi a seguito di un fallito assalto al Parlamento nazionale – sito di fonte al museo – e di molti colpi sparati contro un autobus ricolmo di turisti e volati nella piazza antistante nel corso della sparatoria. Il bilancio è quindi drammatico: già sull’autobus viene colpito a morte Francesco Caldara, pensionato novarese di 64 anni, insieme ad altri turisti, tra cui la compagna Sonia Reddi, rimasta ferita a un braccio. Il blitz delle forze di sicurezza tunisine, avvenuto intorno alle 14:30, è riuscito nell’intento di liberare gli ostaggi, ma non senza ulteriori perdite. Molte le vittime civili, tra cui figurerebbe il torinese Orazio Conte; rimane ferita anche sua moglie Carolina Bottari. Altri due italiani sono attualmente dispersi. Nella fuga durante la sparatoria sarebbe stato colpito anche il padre del rabbino capo di Torino Ariel Di Porto. Entrambi gli attentatori, che avevano sequestrato i visitatori del museo, sono stati abbattuti. I quattro ostaggi rimasti intrappolati nel Museo del Bardo erano parte di una comitiva di 46 piemontesi, di cui 34 impiegati del comune di Torino. Lunghe erano state le ore di angoscia nella città, in attesa di conferme ufficiali. Il sindaco Piero Fassino aveva paventato la presenza di concittadini tra le vittime già dalla metà del pomeriggio.
La strage lascia attoniti.
La strage lascia attoniti. Fonti vicine a “Il Giornale” parlano di un attacco premeditato contro i concittadini, che facesse quindi seguito alle minacce dell’ISIS andate avanti per settimane nei confronti di Roma e dell’Italia. Tutti gli italiani presenti sul posto, comprese le vittime, erano passeggeri della nave da crociera Costa Fascinosa, sbarcati per una visita alla città e ai musei. Sembra che uno degli attentatori parlasse Italiano, queste le le prime indiscrezioni di un attentato a Tunisi che ha il fine di ricordare le minacce.
Questo atto, vile e atroce, apre le porte a un momento di riflessione. Se affermare che il nord Africa non sia più sicuro può apparire eccessivo, è certo che le misure di sicurezza da applicare vadano rese più efficaci e stringenti. Intanto si consuma il dramma umano, familiare, nazionale. Il Presidente Mattarella ha dichiarato l’azione un “gesto vile”, affermando che l’Italia non si lascerà intimidire. Il governo tunisino, a sua volta, afferma con forza il suo impegno contro la barbarie, sostenendo che non ci sarà pietà per il terrorismo. Anche la popolazione del Paese, a poche decine di chilometri dalla Sicilia, si dissocia dalla brutalità del gesto e scendendo in piazza, urlando di non volere né violenza né terrorismo sul proprio suolo nazionale. Forse è proprio la pietà che manca in questo momento. Pietà per gli innocenti massacrati, per quelli che lo saranno, persino per gli ignobili carnefici. Gli spiragli di luce vanno assottigliandosi sempre più, mentre la violenza dilaga, arrivando a lambire le nostre coste, a colpire i nostri cari.
Tags:#torino,attentato,isis,Mattarella,tunisi,tunisia