Il veicolo è saltato in aria in Avenue Mohamed V a Tunisi, nei pressi dell’ex sede del partito del presidente deposto Ben Ali: si tratta di un altro attentato da parte dei terroristi
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Ennesimo episodio di violenza in Tunisia. Un bus con a bordo alcune guardie presidenziali è esploso, provocando almeno 14 morti e oltre 17 feriti. Poi ha preso fuoco. Le ambulanze sono accorse nella zona transennata, intasata dal traffico e dalla pioggia. L’attentato è avvenuto nelle ore di punta. Beji Caid Essebsi, presidente della Repubblica Tunisina, ha dichiarato che per 30 giorni saranno ripristinati lo stato d’emergenza e il coprifuoco dalle 21 alle 5.
Moez Sinaoui, portavoce del ministero dell’Interno, si è occupato di diffondere la notizia. Per lui, l’attentato è opera dei terroristi, forse di un kamikaze dotato di cintura esplosiva. Secondo l’emittente nazionale Nessma tv, invece, la bomba si trovava sicuramente a bordo del bus. I testimoni hanno riferito che il rumore assordante provocato dall’esplosione si è sentito in tutta la città.
Per la Tunisia non è il primo attentato che si verifica nel 2015: a marzo è avvenuta la strage al museo del Bardo, in cui sono morte 24 persone; a giugno i terroristi hanno invece colpito un resort di Sousse, dove hanno perso la vita 38 turisti. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dall’Isis. In questo caso, però, non ci sono ancora rivendicazioni.
“Siamo in guerra con il terrorismo, ci attrezzeremo per combatterlo – ha dichiarato Essebsi – questa guerra non è solo contro la Tunisia, ma ha dimensioni internazionali”.
“La mia impressione – scrive su twitter l’ex sottosegretario agli Esteri Bobo Craxi – è che l’attacco tunisino abbia un matrice tunisina. L’Isis non c’entra».
Oggi è stata convocata una riunione del comitato di sicurezza, in cui verranno decise le prossime mosse del governo tunisino.
E.S.
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