Magazine Informazione regionale

Attentato Parigi, la testimonianza di una napoletana: “C’erano morti dappertutto”

Creato il 16 novembre 2015 da Vesuviolive

attentato parigi bataclan

Il 13 novembre è un giorno che ha segnato per sempre la Francia e il mondo intero. L’attacco terroristico dell’Isis a Parigi è stato devastante: oltre cento persone hanno perso la vita e centinaia sono gli innocenti rimasti feriti.

Tra quei numeri c’è chi ha vissuto quella carneficina in prima persona, chi è stato costretto a fuggire passando tra i cadaveri di chi pochi attimi prima era felice, chi incredulo ha visto tutto attraverso i video diffusi dai media e chi cercava invece di salvare la vita a chi arrivava in ospedale.

Una delle testimonianze di quelle orribili ore arriva proprio da un’infermiera napoletana. Clementina, 26enne originaria di Giugliano in Campania, da qualche anno si è trasferita a Parigi per lavorare all’ospedale Pompidou del 15esimo distretto. È proprio qui che durante l’attentato sono arrivate decine di feriti, molti dei quali sono morti.

Come si legge su Internapoli.it, Clementina, anche se non era in servizio quella sera, racconta un altro volto di quella tragedia: “La gente era appesa alle finestre per scappare, e per strada si sentivano solo le ambulanze in tutti i distretti della città. Io era ad una festa a due isolati dallo stadio dove è avvenuto l’attentato. Inizialmente non ci siamo accorti di nulla, poi una mia amica mi ha inviato un messaggio spaventata e mi ha detto dell’accaduto. Siamo usciti dal locale e per strada c’era il terrore”.

In ospedale si respirava un’aria agghiacciante: “L’ospedale è strapieno, e il poco personale si deve dividere tra le varie emergenze. Ieri si affrontavano le ondate, tanti codici rossi in una sola volta, e gestirli è stato davvero complicato. Io non ero in servizio perché per l’emergenza sono stati chiamati i medici dello stesso gruppo ospedaliero ma i miei colleghi mi hanno descritto una nottata straziante. Ci sono tanti feriti gravi, molti sono morti in attesa che la sala operatoria si liberasse. Un mio amico medico psichiatra che lavora in un altro ospedale ma dello stesso gruppo ospedaliero è stato chiamato in emergenza, ha lavorato ininterrottamente tutta la notte e mi ha raccontato di una situazione raccapricciante. Altri psichiatri sono andati sul luogo dell’attentato per dare un primo soccorso, e mi hanno raccontato che il sangue e i morti erano dappertutto“.

Parigi è stata messa in ginocchio, ma nonostante tutto c’è tanta voglia di rialzarsi per dimostrare al mondo intero che niente potrà mai togliere la libertà: “Ora tocca rimboccarci le maniche, e ripartire, anche se Parigi ha subito un duro colpo, che cambierà per sempre la storia di questa bellissima città”.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog