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Attenzione alle pubblicità ingannevoli

Creato il 09 novembre 2010 da Mutuonews

Attenzione alle pubblicità ingannevoliNel 2009 l’Italia è stata il primo Paese dell’Unione europea a recepire una direttiva comunitaria tesa a reprime la pubblicità ingannevole.

Premettendo che la direttiva definisce la pubblicità come pratica commerciale, si riporta uno stralcio di questo intervento normativo dove viene definito il concetto di ingannevole: “la pubblicità che  in qualsiasi modo è idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta, pregiudicando il loro comportamento economico o la lealtà della concorrenza. Il decreto legislativo indica tra gli elementi da considerare ai fini di una valutazione della ingannevolezza della pubblicità anche le caratteristiche dei beni o dei servizi reclamizzati e i loro prezzo, nonché le condizioni di fornitura e le categorie o le qualifiche proprie dell’operatore pubblicitario.

Dopo il recepimento di questa direttiva, l’Autorità garante  della concorrenza e del mercato ha avuto un bel da fare con questo insidioso fenomeno.

Pur tuttavia il fenomeno continua a persistere, il nodo principale sta nell’interpretazione del concetto di insidioso, la normativa comunitaria presta il fianco a mille interpretazioni di questo concetto.

Il Codacons ha denunciato il persistere di questa piaga, anzi ha rilevato che la pubblicità diventa sempre più insidiosa; in tempi di crisi per invogliare le persone ad acquistare beni o servizi la pubblicità rimarca il prezzo di entrata e cioè la cifra iniziale che il consumatore deve versare per ottenere un determinato servizio mentre passa in secondo piano il dato rilevante che passato un certo tempo, la cifra da versare aumenta.

Non è intenzione di chi scrive affermare che una certa Banca o qualsiasi altro Istituto deputato a conferire mutui usi lo strumento della pubblicità ingannevole; ciò che preme rilevare è prestare la massima attenzione non solo al momento iniziale del rapporto contrattuale, ma analizzare il contratto per capire come “evolve” il rapporto, con quale aumento di spesa.

Chiunque reputi che la propria libertà di autodeterminazione ad acquistare una qualsiasi cosa sia stata fuorviata può rivolgersi alle varie Associazioni dei consumatori o nei casi più gravi chiedere l’assistenza di un legale.


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