Ultimamente la mia casella e-mail personale è presa d’assalto da decine di messaggi che, in un italiano stentato, mi intimano un pagamento. L’oggetto del messaggio cambia continuamente (esempio: pay, ordine 12345378, fattura 123456, il vostro ordine di riferimento ecc…) ma il contenuto è più o meno sempre uguale e fa riferimento ad un presunto pagamento invitando a cliccare su un link che contiene al suo interno sempre un file con estensione .zip. Mi raccomando: non fatevi prendere dalla tentazione di cliccare il link. Facendolo sicuramente scarichereste un file compresso (.zip) che, con ogni probabilità, conterrà qualche malware.
Un’ultima riflessione: tali messaggi non sono mandati a caso ma vengono inviati a indirizzi mail ben precisi, probabilmente scaricati da qualche mail list. Questo è un segnale di quanto sia poco sicura la legge che regolamenta la privacy sul web. Oggi siamo costretti a effettuare registrazioni per ogni tipo di operazione vogliamo effettuare via web. Nel corso di queste registrazioni ci vengono richiesti diversi dati tra i quali c’è sempre il nostro indirizzo e-mail. Questi dati e soprattutto le mail vengono utilizzate per allestire banche dati che sono preziosissime.
Spesso inavvertitamente diamo l’autorizzazione a usare i nostri dati per informazioni di mercato. Questo dà modo alle aziende che raccolgono tali dati di operare un vero e proprio commercio con le nostre informazioni che diventano merce di mercato preziosissima. In qualche caso esse finiscono in mano a malintenzionati che le utilizzano per creare spam o, addirittura come in questo caso, diffondere virus.
Credo che la legge vada assolutamente rivista e resa molto più seria, responsabilizzando i possessori dei nostri dati e creando una tracciabilità nella diffusione dei dati stessi. Per il momento, comunque, prudenza!
Luca Craia