Ho conosciuto Serenella in una giornata di pioggia. Siamo partite da Milano, la mia video editor ed io, a bordo della mitica Mini. Pioveva a dirotto, una delle prime giornate autunnali vere e proprio. Musica in diffusione, chiacchiere e fame, come sempre. Il mio pensiero era trovare una buona panetteria dove comprare un po’ di focaccia da portare a quel golosone del mio fidanzato. Stivali, calzettoni, cappello e tanta voglia di conoscere questa Serenella, che è di genova, come la mia adorata nonna, e come la mia adorata nonna ama cucinare, ama le sfide, ama amare.
Arrivati, siamo state accolte nel suo incredibile ristorante, dal suo incredibile sorriso e dall’altrettanto incredibile profumo di cibo genuino che stava preparando nella sua cucina. Ci ha coccolate, davanti a focaccia fatta in casa, il nostro bicchiere di Zacapa rum ricotta speciale, abbiamo parlato della vita. Della famiglia. Di litigi che allontanano e chiarimenti che rischiarano orizzonti. Di quanto questo viaggio sia un soffio e che sia inutile perdersi in situazioni che non fanno per noi.
Non bisogna mai, mai vergognarsi delle proprie cicatrici, perché sono solo segni. Che dimostrano che abbiamo lottato e che abbiamo superato dolori ed esperienze.
Il miglior dono che possiamo fare quest’anno a chi amiamo è l’attenzione. Attenzione per il loro quotidiano, che ognuno combatte veramente ogni giorno i propri demoni e le proprie battaglie, delicatezza verso i sentimenti di queste anime preziose che fanno famiglia: il proprio amore, gli amici, le sorelle di sangue e di cuore, i nostri genitori – cerchiamo di perdonarli, cerchiamo di accettarli con i loro limiti..è un rapporto 1:1.. Noi cresciamo e loro si fanno più anziani. Il tempo passa e i ricordi sono ciò che di più prezioso possiamo regalarci e custodire, che nessuno potrà mai rubarci e che andranno cementare le nostre gambe, quando e semmai dovremo affrontare terremoti.
Spegniamo la televisione e cuciniamo cene dove poterci guardare negli occhi, capendo cosa effettivamente sia andato male nella giornata, come poter aiutare e difendere, combattendo, chi amiamo. Dobbiamo essere allineati come i soldati alleati. Coesi.
Cerchio della fiducia, clan, tribù, chiamatelo come volete: fatto sta che dal centro di questo agglomerato si produce magia, che si esplica in calore e forza, e che dobbiamo alimentare con…attenzioni.
Non abbandoniamo la nave solo perché è difficile. Lasciamo che quello che ci ha ferito ci forgi in creature più gentili, dandoci nuove sfaccettature, come dei diamanti.
Addormentiamoci abbracciati. Progettiamo fughe romantiche. Continuiamo a donarci. Stiamo attenti: vigili, protesi verso le necessità di chi ci vuole bene. Teniamoci per mano. Baciamoci tanto.
Amare significa dare ali a chi amiamo.Dare farfalle nello stomaco. Amare è attenzione di ogni stato ondoso che coinvolge e turba questo altro, che è vita, respiro urlante di tutto quello che abbiamo sempre cercato, voluto, desiderato.
Quindi gente, doniamo. Ma più di tutto, stiamo attenti. A quelle che sono le necessità, le paure, e i bisogni dell’altro, senza scappare mai più davanti a ostacoli, ma decidendo di rimanere e cementare rapporti e condivisioni di vita.
Tortelli affumicati di erbette e pesce locale suciuppin di pesce di scoglio
Per i tortelli:
150 gr farina 00
150 gr semola rimacinata di grano duro
6 tuorli
acqua q.b.
un pizzico di sale
poco olio evo
Formare una normale sfoglia e stenderla sottile
Per il ripieno:
500 gr di erbette
500 gr di pesce fresco pulito (gallinella, triglia, serra etc.)
1 cucchiaio di prescinsoa (cagliata ligure)
1 cucchiaio olio evo
1 pezzetto di zenzero fresco grattugiato
sale q.b.
Cuocere le erbette al vapore, strizzarle bene, tritarle a coltello con il pesce crudo e formare il ripieno con il resto degli ingredienti.
Fare i tortelli con la forma desiderata.
Per il ciuppin:
1 kg di pesce di scoglio (triglie, pescatrici, tracine, gallinelle et)
100 gr fra carota, sedano e cipolla tagliati grossolanamente
500 gr pomodori maturi o pelati
sale, pepe, olio evo
vino bianco 1 bicchiere
aceto di vino bianco
Pulire ed eviscerare il pesce e farlo rosolare in una casseruola alta con poco olio evo ed i sapori. Bagnare quindi con il vino bianco ed aggiungere i pomodori. Spruzzare con l’aceto e coprire con ghiaccio ed acqua fredda. Cuocere per circa 1 ora e mezza, quindi passare al passaverdure per almeno due volte: si otterrà un brodo denso da correggere di sale.
Cuocere i tortelli in acqua bollente salata, scolarli ed accomodarli nel piatto contornando con ciuppin caldo. Affumicare con segatura di faggio in campana.