La nebbia continua, le giornate si accorciano ancora; è l’inverno, ormai, l’inverno. Triste stagione di brevi sprazzi allegri, soltanto un poco felici, soltanto ogni tanto. Ti chiudi in fondo al tuo cuore ed aspetti: tornerà, Lalolle – prima che sia Natale – , torneranno i giorni della casa colma di parole e risa; si riaccenderanno luci, si spalancheranno porte nelle stanze ora chiuse e fredde.
Allora si scioglierà la nebbia, lascerà il posto ai pomeriggi lunghi davanti al fuoco, ai passi svelti per scoprire le vetrine colme di regali, alle corse da un luogo all’altro – facciamo presto, che si fa tardi, abbiamo ancora tanto da sbrigare prima di notte – , alle chiacchiere tonde e gentili per recuperare i momenti passati da lontano.
Intanto aspetti raccogliendo qualche fiore inaspettato sbucato improvviso dalla nebbia: una telefonata, il sorriso di un passante, una pagina appena scritta e riuscita bene, la tenerezza di Ice che profuma il bagno mentre si fa la doccia. E intanto attendi riordinando la cucina, preparando un dolce, organizzando la cena, ma la mente sale sulla più alta delle stelle che non c’è perchè se guardi lontano vedi più vicino.
Quadri di Muriel Mesini, qui
che ringrazio perchè mi permette di usarli…
I GIORNI SONO SEMPRE PIU’ BREVI
I giorni sono sempre più brevi le piogge cominceranno. La mia porta, spalancata, ti ha atteso. Perchè hai tardato tanto? Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane. Il vino che avevo conservato nella brocca l'ho bevuto a metà, da solo, aspettando. Perchè hai tardato tanto? Ma ecco sui rami, maturi, profondi dei frutti carichi di miele. Stavano per cadere senza essere colti se tu avessi tardato ancora un poco. Nazim Hikmet
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