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Attilio Befera e le innocenti evasioni

Creato il 02 febbraio 2012 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

Attilio Befera e le innocenti evasioni
E’ proprio vero:  “siamo un paese abituato a dittatori e papi, dunque non riusciremo ad essere altro se non fedeli o sudditi: mai cittadini”. Così si è espresso ieri sera Massimo Giannini, il vicedirettore di Repubblica , a Glob Spread, il programma condotto da Enrico Bertolino. Possibile che non riusciremo mai a pensare che lo stato siamo noi? In Italia mancherà sempre quell’antipatica, ma sana “borghesia calvinista” (così l’ha definita sempre lo stesso Giannini)  abituata a pensare che lo stato non sia qualcosa di “altro” da se. Se lo stato sono “loro” o “lorsignori”, ci sentiremo sempre autorizzati a fregarlo, e così fregheremo anche noi stessi. Del resto siamo sempre noi italiani ad aver assistito, o peggio ancora partecipato, al famoso trionfo della maggioranza bulgara di Berlusconi nel 2008: l’ex premier  proprio in quell’anno dichiarò: “se c’è uno Stato che chiede un terzo di quanto guadagni allora la tassazione ti appare una cosa giusta. Ma se ti chiede il 50-60% di ciò che guadagni, come accade per le imprese, ti sembra una cosa indebita e ti senti anche un po' giustificato a mettere in atto procedure di elusione e a volte anche di evasione”. Se lo dice lui, buona camicia a tutti.
 Se però il suddito\fedele italico non è ancora convinto e necessita di qualche delucidazione teorica, potrebbe  acquistare un simpatico libricino di 165 pagine nel quale mi sono imbattuto facendo alcune  ricerche sul web:  elogio dell’evasore fiscale  di tale Leonardo Facco (http://www.ibs.it/code/9788874244874/facco-leonardo/elogio-dell-evasore.html). Ve ne do una breve descrizione tratta dalla pagina di IBS libri: « “Le tasse sono un furto e non pagarle è legittima difesa". Non si tratta di uno slogan da qualunquisti o dell'affermazione di qualche evasore. Le imposte, come spiega l'etimologia stessa della parola, sono un atto di coercizione bella e buona, un esproprio ai danni di chi onestamente lavora e produce, una rapina legalizzata…"Elogio dell'evasore fiscale" non è una mera provocazione culturale né un'operazione populistica, bensì l'espressione di una coscienza di classe (sic) che va maturando in Italia.. dalle clamorose truffe nascoste nelle accise al prelievo occulto da parte dello Stato nelle nostre tasche, passando per tutta una serie di trucchi…». Insomma anche qui lo stato non siamo noi, e di nostro ci sono solo le famose  “tasche” . Il marchio  sembrerebbe sempre “Made in Arcore”.  Dello stesso autore  si possono acquistare anche Umberto Magno, la vera storia dell’imperatore della padania, e C’era una volta il Che, Ernesto Guevara, tutta un’altra storia. Facco, In quest’ultima imperdibile opera, si chiede: “Che Guevara era davvero un eroe senza macchia e senza infamia?”. Agli evasori l’ardua sentenza.

Attilio Befera e le innocenti evasioni

lo spot "lombrosiano"contro l'evasione fiscale


La domanda che mi pongo a questo punto è la seguente: esisteranno gli italiani onesti? Ma si! Domanda retorica, risposta scontata. Un sospetto però mi continua a tormentare da settimane: la campagna di dissensi che ha  investito Equitalia, punta a fare chiarezza sulle modalità di trasparenza delle procedure utilizzate da questa società  per riscuotere i tributi, o punta a  battere ancora il tasto sul discorso che le tasse non vanno pagate? So di infilarmi in un vespaio, ma cominciamo innanzitutto a vedere chi sono le vespe. Chi sono?  Tutta Italia. Già: gli italiani, atavicamente refrattari ad ogni forma di insurrezione, di fronte alle tasse,  improvvisamente si scoprono tutti bombaroli e solidarizzano con i fantomatici anarchici informali della FAI. Chi saranno questi anarchici informali? Perché informali? Ti danno del tu? Si snodano la cravatta? Ci prendiamo un caffè? Se famo na’ canna? Agli italiani non interessa: dalla Sicilia al mare, dalle Alpi ai Pirenei, tutti, ma proprio tutti, hanno rumorosamente inveito contro i tassatori bastardi ed in molti sono passati sopra all’ “episodio” dell’attentato. Una mia cara amica una volta si chiese: “ ma se scoppia una bomba ad Equitalia vi esce un cetriolo dal culo?” Evidentemente siamo diventati la repubblica dei cetrioli. Sulle bombe il sottoscritto invece non è passato sopra ed ha pubblicato un articolo presente su questo blog (http://caffescorretto.blogspot.com/2011/12/bombe-equitalia-e-minchiate-sul-web.html). Curioso poi, è stato vedere quanto l’antiEquitalismo abbia unificato l’inunificabile: ad esempio casaPound Italia e gli utenti dell’antifascistissimo Indymedia.  Infatti è da tempo che casaPound porta avanti un’iniziativa: “ firma la legge, ferma Equitalia”. Così come da tempo su Indymedia fioccano articoli, post e commenti al vetriolo (per usare un eufemismo) sulla terribile Equitalia. Ad esempio questo: (http://italy.indymedia.org/node/3399). In questo articolo, nonostante il tentativo sia quello di stigmatizzare l’operato persecutorio dell’apparato di Befera e soci , che pignora il conto corrente ad una povera signora sessantacinquenne, si ottiene l’effetto opposto: si parla di una pensionata che non paga le tasse. Né più né meno. Leggetelo bene e vedrete che è così. Ma come? E’ povera!  Equitalia se la prende solo con i poveri? Sarà povera, ma non paga le tasse. E' il suo stesso avvocato (Valeria Bertuccioli) ad ammetterlo: “Questo è indiscutibile ma non per colpa sua. E comunque, può capitare di essere in debito con l’erario e in questo caso la mia cliente non lo nega di certo”. Le chiameremo “innocenti evasioni”. Chiaro che non sono le uniche e ovviamente non le più gravi.  I grandi evasori. Oohhh, qui casca l’asino: ecco quale sarebbe il grosso della contestazione. Equitalia è forte con deboli e debole con i forti. A tale proposito ecco un articolo che chiarisce la faccenda (http://roma.indymedia.org/articolo/40758/equitalia-mastino-ma-solo-con-i-piccoli).  In questo articolo firmato Sara Nicoli (Fatto Quotidiano) purtroppo però, a mio avviso si usa quel linguaggio che ho deplorato all’inizio di queste mie considerazioni intorno all’italica tendenza a non sentirsi mai “stato”. Ecco cosa scrive la giornalista: “qualche anno fa, intorno al 2005, con lo Stato esattore si poteva ancora parlare”. Siamo di nuovo alla dialettica cenciosa e trita del “noi” e del “loro”: ultimamente la sta riproponendo in modo quanto mai stucchevole  un altro fra i vari pifferai di successo: Beppe Grillo. Anche nel caso di Grillo, dobbiamo constatare quanto sia copiosa la schiera di stolidi che rammaricandosi di non poter essere sudditi, possono almeno  consolarsi di essere “fedeli”.  “Stato esattore” poi,  è un linguaggio che non riesco a condividere: la giornalista poteva scrivere direttamente “usuraio”; il termine  avrebbe saputo stuzzicare gli appetiti populisti di quel  fasciocomplottismo da web, che ha saputo recuperare nella  brodaglia stregonesca poundiana solo il peggio: le teorie economiche e il fascino per le mascelle volitive.
Comunque rimane il fatto che Equitalia ancora non ha toccato le grosse rendite. Sarà per questo che Attilio Befera ha appena dichiarato guerra alla grande evasione?  Forse il giro di vite era in atto già da prima, ma la grande evasione è grande anche perché non ha pensioni da 465 euro da nascondere, ergo  più  grandi sono le rendite e più labirintici saranno i percorsi da seguire per recuperare il maltolto. Perché in Italia è pratica nazionale non solo l’evasione, ma anche un’altra “innocente evasione”, che non è una canzone di Lucio Battisti, ma un sotterfugio giuridico per pagare di meno: l’elusione. Se poi quello di Befera  è tutto uno spot e le cose torneranno come prima lo scopriremo solo vivendo  (sempre per restare in tema battistiano), comunque ecco la cosiddetta “svolta di primavera”: (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/31/befera-2011-fatti-milioni-controlli-recuperati-miliardi-euro/187981/). Quello che mi rattrista è che per arrivare ad una coscienza civica che possa essere definita tale, nel nostro paese, bisogna passare sempre per bombe, contestazioni, sospetti e psicodrammi; senza neanche la certezza ( perchè certezze in Italia non ve ne sono mai) che chi è preposto a compiere quella che sembrerebbe essere una svolta epocale, sia realmente all’altezza, morale e professionale, della situazione. Befera riuscirà a far crollare i sospetti che alcune “evasioni” siano più “innocenti” di altre? Vedremo. Una certezza ancora più amara comunque mi accompagna: per il momento sono  gli italiani in genere a non essere all’altezza di quella antipaticissima “borghesia calvinista”, che sarà pure antipatica, ma non è lagnosa e paga le tasse.

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