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Attimi (diapositive e rullini) – Più di dodici righe

Da Eucuri

Mi vengono in mente i viaggi fatti da bambino. Ricordo la macchina fotografica di mio padre: colore rosso, un laccio scuro sottile, l’obiettivo che faceva un rumore strano. Ma era il suo rumore. Si selezionava bene il posto dove fare la foto, soprattutto se si era all’estero e la certezza di tornarci era inferiore. E così scattavamo la foto. Restava impressa nel rullino per tutto il viaggio, e nessuno sapeva se c’era il dito di qualcuno di noi a coprire la foto. O se era troppo scura. Aspettavamo che l’attimo colto si materializzasse. Sapendo che non avremmo potuto modificarlo. Quando il rullino era stato sviluppato, guardare le foto assieme era un momento per ridere, per fare battute sulla scarsa tecnica, e per indovinare di chi era il dito maledetto che aveva rovinato la foto. Ma in fondo quel dito la rendeva particolare, e non ricordo che avessimo mai buttato una foto per la presenza di un indice. Uno dei miei momenti preferiti era vedere le diapositive assieme nella cucina: toglievamo il quadro dal muro di colore chiaro e si iniziava, dopo un’accurata selezione. Se premevi il pulsante forte, tornavi alla diapositiva precedente. E avere quel telecomando trasmetteva il potere di far tornare alla memoria tanti ricordi. Mi emozionavo tenendolo in mano e stabilendo la pausa per ogni foto. Mi sentivo padrone del tempo e dei ricordi familiari. Ero un bambino, ma sarebbe lo stesso anche adesso. Quegli attimi, quelle diapositive e quei rullini avevano un “per sempre” nelle loro immagini. Potevi strapparla ma non potevi farne una uguale. Non potevi tornare indietro per modificarle, ma potevi riavvolgere il nastro del tuo cervello e del tuo cuore per rivivere le emozioni di quel tempo.
Adesso, che per praticità faccio foto col cellulare, sento di aver perso il senso dell’attimo. Quel “per sempre” che sentivo nel pulsante arancione della macchina per diapositive e nel rumore dell’obiettivo della macchina fotografica rossa.

Per questo Natale, ho scritto più di dodici righe. Vi auguro ogni bene, che possiate passarlo con chi vi è più caro e che possa essere un momento di riposo.
Vi abbraccio di cuore.

Il vostro Curi
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