Attivista del Movimento per la Pace ucciso in Messico

Creato il 30 novembre 2011 da Vfabris @FabrizioLorusso

Dall’aprile di quest’anno in Messico c’è un Movimento nuovo, civile, ampio e non violento, cioè decine o centinaia di migliaia di persone che al grido di ¡Estamos hasta la madre! (traducibile con un sonoro “ne abbiamo pieni i coglioni” che ricorda e rinforza il grido di Ya Basta dei neozapatisti dell’EZLN dal 1994 in poi) stanno lottando per la Pace con Giustizia e Dignitàe s’oppongono fermamente alla militarizzazione del paese decretata dal Presidente Calderón all’inizio del suo mandato a fine 2006 per combattere i narcos (scarica articolo sul Movimento da L’Unità parte I  e  parte II). Due Ministri degli Interni “caduti” da aeroplanini ed elicotteri di Stato, 50mila morti legati alla guerra al narcotraffico, 16mila desaparecidos, 80 giornalisti uccisi (da qui il titolo del post “Se parli, t’ammazzo…”), 230mila trasferimenti forzati di persone obbligate a cambiare casa e, a volte, identità sono gli effetti “collaterali” di 5 anni di esercito e marina per le strade di città e paesini in mezzo (o 3/4…) Messico. Il poeta Javier Sicilia, portavoce e fondatore del Movimento per la Pace insieme a tante altre vittime della violenza, sia di quella istituzionale che di quella del crimine organizzato,  è intervenuto stamattina nel radionotiziario di Carmen Aristegui, la più famosa giornalista messicana per darci, purtroppo, l’ennesima brutta notizia (leggi intervista a Javier Sicilia). Un attivista del Movimento, Nepomuceno Moreno Muñoz, è stato ucciso l’altro ieri, 28 novembre, in pieno giorno per le strade della capitale dello Stato di Sonora, Hermosillo, a 2 ore di macchina dagli Usa. Le autorità locali (tra cui la procura) si sono subito lanciate contro la memoria dell’attivista, ritratto nella foto, sostenendo che era stato in carcere per possesso di armi e partecipazione a un’azione armata anche se, in realtà, era stato rilasciato dopo 4 anni (!!) con la fedina penale pulita. Insomma, come spesso accade, si vuole depistare l’opinione pubblica e distrarla dai fatti con un bel fumo(geno): Nepomuceno era, infatti, un attivista sociale in vista, aveva partecipato ai dialoghi “per la pace” che il Movimento aveva avuto con il Presidente e aveva denunciato apertamente la connivenza della polizia con il crimine organizzato nella sparizione (desaparición) forzata di suo figlio Jorge e altri giovani di Sonora. Scherno, doppia vittimizzazione delle stesse vittime e dei loro cari, burocrazia asfissiante,contro accuse delle autorità contro chi osa denunciare, poi inerzia, connivenza e, se va male, anche la morte: è quello che ti tocca sopportare se parli, se denunci e soprattutto se, come Nepomuceno, conduci una lotta che finalmente, dopo anni di silenzio, comincia a farsi sentire e a far paura veramente, soprattutto grazie a un Movimento dal basso e all’innalzarsi di tante voci all’unisono.

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