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23 anni e già due dischi all'attivo, non male direi. Interessante anche il curriculum: ha intrapreso lo studio della chitarra all’età di 8 anni sotto la guida della Prof.ssa Simona Barzotti. Nel 2002 incontra il Maestro Piero Bonaguri, di cui segue i corsi presso la Scuola Grande “San Filippo” di Faenza. Nel 2009 consegue la maturità classica con lode. Nel 2010 si diploma in chitarra con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Gioachino Rossini” di Pesaro, sotto la guida del Maestro Giuseppe Ficara.
E lì inizia la sua carriera, che si divide tra repertorio classico e la ricerca di nuove idee, sonorità possibilità. Una carriera ben testimoniata da questi due cd, così simili ma anche diversi tra loro.
Cominciamo con la sua opera prima "Attraverso i Secoli Omaggio a Andres Segovia", opera già matura che testimonia una buona conoscenza del repertorio classico unita allo stesso tempo. Il cd è infatti "trasversale" attraverso i secoli, si parte dalla "Frescobalda" di Girolamo Frescobaldi per arrivare alla Ciaccona di Paolo Ugoletti e al Frammento C di Pippo Molino.
Un ideale recital discografico che si muove tra le opere di Fernando Sor, Isaac Albeniz, Torroba e Mario Castelnuovo Tedesco. Niente di strano dite? Può darsi, l'inizio ideale per chi è fresco di Conservatorio e vuole dimostrare una certa competenza nell'interpretazione del repertorio tradizionale .. però .. però se guardiamo la copertina del cd ci accorgiamo che c'è qualcosa di insolito.
Normalmente questo tipo di cd mostra nella cover rassicuranti immagini tardo romantiche di improbabili signore in atteggiamenti languidi o disegni, schizzi di chitarre inneggianti a un'epoca mai esistita e definitivamente perduta, qui invece abbiamo la foto di una scultura moderna "L'uomo nel canneto" di Giuliano Vangi, una figura pensosa, inquieta, forse preoccupata, dagli occhi spalancati e decorati come le antiche sculture greche ripresa nell'atto di camminare, davanti a se la luminosa tranquillità di un orizzonte sconfinato. Ed è forse questa la possibile chiave di lettura poetica di questo cd, un uomo all'inizio di un percorso che è sia di vita che artistico, che guarda con occhi sgranati un orizzonte di possibilità infinite... ma forse sto divagando ... mi sto lasciando prendere dall'ascolto peraltro contraddistinto da una qualità audio impeccabile e da un libretto bellissimo di 32 pagine con le note curate dal Maestro Roberto Andreoni.
Diverso il successivo RossiniMania. qui ci troviamo di fronte a un salto di qualità, sia in termini puramente musicali che culturali. Se il primo era stato un ottimo cd di esordio, qui Eugenio Della Chiara dimostra non solo una migliore espressione musicale ma soprattutto il desiderio di non volersi ripetere e di cercare idee, soluzioni, sensazioni e repertori nuovi. Bella l'idea di "ripescare" le idee di Rossini facendole rileggere in chiave contemporanea da compositori come Davide Anzaghi, Marco Reghezza, Roberto Tagliamacco, Pippo Molino, Alessandro Spazzoli e Paolo Ugoletti. Il risultato è un opera matura e intelligente, inaspettata da parte di un giovane che ha da poco lasciato il Conservatorio e che è alla ricerca di una sua identità artistica specifica. Il cd riflette questo che alla fine è più la dimostrazione di un salto culturale e mentale che non una "semplice" esemplificazione di una acquisizione di una maggiore abilità tecnica e virtuosistica. La copertina non mostra statue in cammino ma la rosetta di una chitarra attraversata da corde di vari colori, come giustamente è colorata e melodica la musica di Rossini, ma l'impronta ... è moderna, è contemporanea, è nuova. Si sarebbe potuto ottenere lo stesso gioco con una interpretazione delle Rossiniane di Mauro Giuliani? Non credo. Sarebbero state inadatte allo scopo di questo disco, bella invece la scelta della Grande Sonata Op. 39 di Paganini, giusta cesura metrica, pausa di riflessione messa al centro del cd.
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