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L’intenzione di questo saggio è di condividere note visioni teoriche e riflessioni personali, nate dall’ esperienza nel campo dello sviluppo del potenziale umano. Il desiderio nasce dall’urgenza di trattare un tema di cui si parla molto, ma che spesso viene sviluppato con un approccio semplicistico: la comunicazione nelle relazioni come arte dell’incontro ed il valore della gentilezza.
Attraverso il mestiere di formatrice, scopro situazioni nuove che si possono verificare solo attraverso l’incontro con l’altro. Allora si aprono nuovi scenari; nuove storie, nuovi modi di pensare e di sentire. Così ho pensato di sistematizzare il materiale raccolto in tanti anni di attività, per offrire nuovi spunti di riflessione.
Questo libro vuole anche essere un contributo personale alla crisi che caratterizza il nostro tempo, quella delle relazioni umane. Il paradosso è, infatti, quello di progredire tecnologicamente e al contempo regredire in modo esponenziale rispetto a tutto ciò che riguarda le relazioni interpersonali. Penso che sia necessaria una “rivoluzione” del pensiero a partire dalla consapevolezza di sè, di come percepiamo le situazioni e le relazioni. C’è bisogno di stimolare la nostra consapevolezza verso scelte coraggiose che ci possano guidare in direzioni più in linea con il nostro benessere.
Per fare questo ci possono essere tante strade.
Quella che io preferisco è la via dell’arte. Ho sempre sentito una forte tensione verso la creatività, l’armonia e la ricerca estetica. E’ mia profonda convinzione che l’arte tutta abbellisca l’animo! Scrivere, recitare, cantare, dipingere e muovermi nello spazio, creare dal nulla e convogliare energia creatrice, mi fa sentire viva e in armonia con gli altri ed il mondo. Allora mi sono domandata se attraverso l’arte sia possibile non solo promuovere la salute, il benessere e lo sviluppo personale, ma anche sviluppare un modo tutto laico di avvicinarsi alla spiritualità.
Le attività artistico - espressive sono attualmente ritenute componenti importanti, talora persino essenziali per il benessere e lo sviluppo del potenziale di ciascun individuo. Considero la creatività non prerogativa di artisti riconosciuti, ma potenzialità solitamente inespressa delle persone, tutte.
Ecco perché sempre più spesso propongo laboratori che stimolano l’esperienza attraverso l’arte come forma espressiva, per stimolare quella tendenza attualizzante descritta da C.Rogers, che viene considerata appartenente alla vita ad ogni livello evolutivo così come è stato anche ipotizzato dai neurobiologi Maturana e Varela .
Ciò che vorrei promuovere è una visione di insieme molto più ampia rispetto alla miopia che ci confina nel nostro piccolo mondo. Ma questo significa rivalutare il nostro modo di approcciarci agli eventi della vita quotidiana a partire dal nostro modo di pensare. Vedo le persone come diapason che risuonano ogni qual volta che si incontrano, solo che non lo fanno in modo consapevole. Esse sono affini, come afferma Goethe, quando si compenetrano e conoscendosi, si determinano reciprocamente.
Attraverso queste pagine, mi piacerebbe risvegliare questo senso assopito, l’arte di sapersi manifestare in modo gentile nelle relazioni e con la natura. La gentilezza è un valore e dobbiamo ammettere che ne sentiamo tutti il bisogno. Essere gentili significa offrire una relazione in cui il riconoscimento del valore umano dell’altro fa in modo che anch’egli riconosca in sé questa dignità.
Gentilezza nei modi, nei toni, nei suoni, nelle attese e nelle azioni. Gentilezza nell’espressività, anche artistica, silenziosa.
Gentilezza, Armonia e Bellezza sono tre valori che dobbiamo recuperare per recuperare con loro il senso dell’esistenza. Essere gentili è quel ponte che ci consente di comunicare, confrontandoci con l’altro da noi e al contempo riconoscendo la nostra comune appartenenza al Tutto. L’ essenza della gentilezza è circolare in quanto, essendo essa stessa espressione di armonia interiore ritorna attraverso un feedback relazionale. Questo porta necessariamente a confrontarci con la nostra vita interiore, a scoprirci e a riscoprirci, passando più ore raccontandoci di come siamo piuttosto che incontrandoci nei luoghi dove la folla è gestita dal ritmo dell’aperitivo oppure del fare le cose per riempire i vuoti esistenziali. E’ un ritorno all’umanità, all’essere presente a se stessi e agli altri, con la responsabilità e la leggerezza di chi vive intimamente con autenticità. Eccoli, allora, gli incontri di certa formazione che amo condividere. Sono i luoghi dove l’incontro è spazio di narrazione e partecipazione, di condivisione e di confronto, di ri-scoperta e trasformazione etica ed estetica. E’ questo che faccio nei miei incontri, è quello in cui credo intimamente e che desidero diffondere quasi come una missione, anche se, come direbbe Fabrizio De Andrè, “in direzione ostinata e contaria”.
Anna Perna