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Au-tu-uear. Il tutù.

Creato il 10 novembre 2014 da Nenecherie
Come sempre accade nei periodi un po' bui, ultimamente la mia mente malata sta partorendo idee tanto brillanti quanto inutili. L'idea in questione sarebbe una nuova rubrica molto "fotografata" e poco "scritta" (anche perché ho poco tempo) che affronti un problema che sta a cuore a noi tutte oche giulive perdigiorno. 
No, non mi riferisco a come salvare le future generazioni dagli effetti del riscaldamento globale bensì come indossare un capo trendy ("che a nessuno lo rivendi"). Questa rubrica di cui noi tutti sentivamo il bisogno fisico affronterà dunque temi caldi e scottanti su cui i media tacciono nell'indifferenza generale.Quando e come indossare un cappello a falde larghe? Come abbinare un gilet di pelliccia senza sembrare una  gattara sfuggita ad una catastrofe nucleare? Esiste un modo per indossare un tutù senza sentirsi la brutta copia di Audrey Hepburn? È possibile calzare i desert boots senza trascinarsi dietro quell'aria da radical chic intellettuale che sta sul cazzo anche ai genitori biologici?
Sì, lo so che Instagram è già pieno di fashion blogger filiformi che si dedicano a questa attività 24 ore al dì ma - diciamoci la verità - loro sono magre, toniche, sono invitate ai party, vanno dal parrucchiere e hanno questo stile di vita molto glam e fotogenico. Inoltre io sono quasi del tutto convinta che, una volta scattate quelle 4 foto in croce, esse tornino giustamente a infagottarsi nel pigiama.Diversamente da loro, io sono come voi (se non peggio). Sto ancora smaltendo i miei 23 kg di baby fat, ho la culotte de cheval, il naso storto, capelli quasi sempre sporchi e incrostati di pastina Plasmon, poco tempo per curare la mia persona e uno stile di vita che non conosce vie di mezzo tra il fare la spesa e le serate di gala.
Dato che mi piacciono le sfide, ho deciso di cimentarmi con un must di questo periodo, che definire "difficile da portare" è un eufemismo: IL TUTU (purtroppo non quello della Connie). Tra i suoi vantaggi, il fatto innegabile che nasconda bene i sederi importanti.
Opzione 1
Au-tu-uear. Il tutù. Con cosa: top aderente nero e decolté finto Victoria Bechkam vero Zara. In questo caso il top è con le bretelle e scollato perché qui in Maghreb fa ancora un caldo indecente ma andrebbe benissimo un qualsiasi top aderente anche a maniche lunghe (fantastici quelli con maniche a 3/4).
Onestamente non riesco a vederci giacche sopra che non siano un chiodo, quindi meglio riservare questo abbinamento alle stagioni calde. Per la borsa consiglierei una pochette a busta di pelle.
Quando: è l'abbinamento più elegante, sebbene il più semplice, in cui l'importanza del tutù si fa sentire tutta quindi lo riserverei ad occasioni adatte come cerimonie.
Opzione 2

Au-tu-uear. Il tutù.
Con cosa: Bretonne con maniche a 3/4 e stivaletti bassi.
Anche qui ci vedo solo un chiodo, mentre per la borsa ci andrei giù pesante con le tracolline ispirate all'ahinoi inarrivabile 2.55.
Quando: questo abbinamento è decisamente più portabile e può adattarsi a davvero molte occasioni: cena informale, aperitivo, primo appuntamento....
Opzione 3
Au-tu-uear. Il tutù.Con cosa: camicia in seta stampata e sandali finto Givenchy. Decisamente il mio abbinamento preferito, che infatti ho deciso di indossare per la cena di stasera.
Stessi identici accessori che per l'opzione 1 o 2. A vostra scelta e a seconda dell'occasione
Quando: si tratta di un look molto versatile che si può portare sia in ufficio (purché non lavoriate alle Poste di Pollena Trocchia) sia per una cena tra amici (purché non siate soliti riunirvi alla Pizzera Trattoria di Bella-Muro). Con tutto il rispetto per Bella-Muro e Pollena Trocchia che in entrambi i posti ci ho trascorso momenti epocali, ma forse il tutù anche no!
P.S. Nelle foto potete ammirare, oltre alla mia totale incapacità di farmi un selfie, anche il mio dito affettato.

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