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Auf Wiedersehen Günter Grass – Dieci aforismi

Creato il 13 aprile 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Günter_Grass_auf_dem_Blauen_SofaLa cosa più straordinaria è che in principio c’è l’orrore per la pagina vuota. Ai miei occhi, ogni pagina presentava questo suo candore e io dovevo sporcarla. Non ripongo alcuna fiducia nel lavoro al computer: è un modo di scrivere troppo pulito, e i risultati giungono troppo in fretta.

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Lo scrittore è un uomo la cui intelligenza non basta per smettere di scrivere.

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Non sono un pacifista. A chi mi desse uno schiaffo sulla guancia non porgerei mai l’altra, ma mi difenderei a denti stretti. La guerra è per metà fatta di paura e per metà di noie. I giovani del mio paese non sono per la guerra. Non sono nemmeno per il servizio militare. Gli orfani di guerra, poi, la considerano il peggiore dei mali.

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La luce attrae tutti ma la penombra solo gli eletti.

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Uno degli errori che commisero i tedeschi, in questo secolo e anche nei tempi precedenti, è che non erano audaci a sufficienza per essere dispiaciuti.

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Il dovere di un cittadino è di tenere la bocca aperta.

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L’arte è intransigente e la vita è piena di compromessi.

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Credere: significa credere alle nostre stesse bugie. Ed io posso dire di essere grato di aver avuto questa lezione molto presto.

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Si può star seduti in eterno su una panchina di parco, fino a diventare di legno e bisognosi di comunicazione.

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Vidi la luce di questo mondo sotto forma di due lampadine da sessanta watt. Perciò ancor oggi le parole della Bibbia “Sia fatta luce e luce fu” mi sembrano il miglior slogan della ditta Osram.

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Featured image, Günter Grass, author Blaues Sofa from Berlin, Deutschland, source Wikipedia.

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