Avrei voluto scrivervi un post classico da Capodanno, uno di quelli che dicono che “le giornate a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno portano sulle spalle il grande fardello della meditazione” e tutte quelle robette lì da primo dell’anno, con “il meglio ed il peggio di” e i buoni propositi da mandare all’aria dopo il primo, immancabile bicchiere di spumante.
Sicché in realtà il calice di spumante è arrivato ed è stato seguito da mille altri, comunque, la Strawberrie si è persa ancora una volta nei meandri oscuri dei festini e si è scordata di scrivere!
Poco male, direte voi, siamo sopravvissuti ugualmente, e abbiamo pure evitato scontentezze e pensieri banali d’ogni sorta.
E così siamo arrivati al 2 Gennaio più o meno incolumi, a seconda del vostro grado di ubriachezza o del vostro livello di Cumberbitchaggine-Sherlockitudine-MoftissAddiction-whatever (esistono? no? vabbè, andiamo di neologismi… Cumberbitchaggine mi piace, though).
Il 2 Gennaio, che potrebbe sembrare un giorno del tutto innocuo agli occhi del lettore più ingenuo, continua tuttavia ad essere giorno di festa da queste parti. È passato un anno esatto dalla mia permanenza sul web, 365 giorni dal mio primo, imbarazzato post rilasciato nell’eterno flusso virtuale.
E poco importa se nel frattempo abbiamo cambiato nome del blog, pseudonimo e persino piattaforma di blogging. Se nel frattempo l’idea che stava dietro tutto si è trasformata in un gioco senza pretese e in uno spazio di sfogo e delirio assoluto.
Perché io continuo a divertirmi, su queste pagine, e alla fine è davvero tutto quello che conta…