"You know what music is? God's little reminder that there's something else besides us in this universe, a harmonic connection between all living beings, every where, even the stars. "
"August Rush"(meglio conosciuto in Italia con il ban
alissimo titolo "la musica nel cuore")non è destinato a palati cinici che potrebbero superficialmente etichettarlo come una commediola per famiglie zuccherosa dalla trama assurda e dal finale scontato.Prevenuti e non obiettivi,perchè l'opera prima di Kristen Sheridan,figlia del ben più noto e impegnato Jim("nel nome del padre","brothers")è un caleidoscopio di musica e immagini di rara poesia e bellezza.Attraverso una trama fiabesca(palesemente modellata all'ombra di un certo "Oliver Twist" scritto da un tale Charles Dickens)seguiamo un viaggio verso la costruzione dell'armonia musicale,quella nata da Louis,carismatico chitarrista,e Lyla,violoncellista di talento;un colpo di fulmine scoccato sulle note di "Moondance" di Van Morris
on li unirà per una sola magica notte,dopo la quale i due smarriranno se stessi e la musica che non ha più senso suonare se l'uno non potrà sentire l'altro.Nascerà allora un bambino che saprà ascoltare quando tutto il mondo ha troppa fretta per farlo,che per ricomporre l'armonia infranta affronterà mille difficoltà e insidie;unico indizio sarà la rapsodia che lo unisce ai genitori,tre note (quelle alla base del tema della splendida colonna sonora di Marc Mancina)che si inseguono sullo spartito cercando disperatamente l'equilibrio.La musica investe l'immagine e libera l'emozione senza bisogno di parole,attraverso intensissimi sguardi e piccoli gesti,come le mani di Louis e Lyla che alla fine si intrecceranno per mai più abbandonarsi.Se la magia funziona il merito è soprattutto del bravissimo Freddie Highmore,giovane
attore dalla naturalezza disarmante,non a torto definito il più bravo della sua generazione;grazie anche al bello e dannato Jonathan Rhys Meyers,di solito attratto da ruoli arroganti e tormentati,perfettamente a suo agio nei panni del chitarrista sognatore dai profondi occhi azzurri e dalle magnetiche doti canore;ancora una volta
Robin Williams si misura con un ruolo ambiguo e accattivante,un moderno Fagin(qui spaventosamente somigliante a Bono degli U2)che sfrutta il talento dei ragazzi di strada diviso fra affetto e profitto.Indimenticabile un'altra grande protagonista alla quale il film volge una sincera dichiarazione d'amore:New York,città delle opportunità dalle mille sfumature sonore e visive che può unire gli amanti presso l'arco di
Washington Square, celare mel
odie sconosciute nel caos metopolitano dell'ora di punta e far ritrovare l'amore perduto nel cuore di Central Park.Se sarete disposti ad entrare nelle corde di questa favola moderna accentandola come tale e senza ostinarvi a cercare riscontri scientifici in ogni elemento inverosimile,allora ne uscirete affascinati e rigenerati:non c'è bisogno di dire che la realtà ha un gusto molto più amaro,ma una goccia di miele potrà addolcire la nostra giornata e ricordarci che in questo nostro strano mondo c'è ancora l'opportunità di sognare.