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Augusto Graziani e la moneta tra Marx e Keynes

Creato il 07 gennaio 2014 da Keynesblog @keynesblog

Augusto Graziani e la moneta tra Marx e Keynes

"L'impresa [...] non ha altro scopo al mondo se non avere alla fine più denaro di quanto ne avesse all'inizio. Questa è la caratteristica essenziale di un'economia di tipo imprenditoriale. [...] Egli [Karl Marx] ha sottolineato che la natura della produzione nel mondo reale non è, come gli economisti sembrano spesso supporre, un caso Merce-Denaro-Merce', cioè di scambio di merci (o lavoro) in cambio di denaro al fine di ottenere un'altra merce (o lavoro). Questo può essere il punto di vista del consumatore privato. Ma non è l'atteggiamento dell'impresa che costituisce un caso di Denaro-Merce-Denaro', cioè essa si separa dal denaro per acquisire merci allo scopo di ottenere più denaro."

Così si esprimeva John Maynard Keynes nel 1933. Keynes non amava Marx, anzi. Eppure non pochi sono i punti di contatto tra le loro teorie. Uno di questi è la constatazione, espressa nelle righe precedenti, che il capitalismo è una "economia monetaria di produzione".

Tra i più illustri pensatori ad aver gettato un ponte tra Marx e Keynes si può senz'altro annoverare Augusto Graziani, maestro di tanti economisti "critici" italiani, che ci ha lasciati domenica scorsa. "The Monetary Theory of Production" (Cambridge University Press, 2003) è, non a caso, il titolo di una delle sue più note opere. Graziani è stato tra i principali esponenti della "teoria del circuito monetario". Secondo questo approccio, la moneta è un "segno" che rappresenta un potere d'acquisto. Le imprese si indebitano con le banche per pagare i lavoratori e, nel momento in cui la banca concede il prestito, si creano i depositi dei salariati, che ricevono la loro remunerazione. Al contrario di come comunemente viene raccontato, insomma, non sono i depositi a permettere i prestiti, ma i prestiti a creare i depositi. Pertanto è la domanda di moneta la grandezza a cui guardare, non l'offerta, tanto meno quella della moneta stampata dalla banca centrale. Non ha quindi senso sostenere che "stampare moneta" crea inflazione(*). La clamorosa conferma di ciò l'abbiamo vista negli ultimi 5 anni: nonostante l'impressionante quantità di base monetaria stampata dalle banche centrali attraverso i cosiddetti "Quantitative easing", l'inflazione è rimasta al palo in tutti i paesi industrializzati.
Augusto Graziani lascia un vuoto in quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprendere da lui, ma le sue idee sono oggi più che mai feconde.

Di seguito segnaliamo alcuni interventi di e su Augusto Graziani

Riccardo Bellofiore: (2006) , rivista e aggiornata, pubblicata da ROKE (2013)

Emiliano Brancaccio: (2013); (2014)

Riccardo Realfonzo: (2013), La scomparsa di Augusto Graziani (2014)


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