SCENA III.
CLARA e il CAMERIERE.
CLA. - ( Entra dalla destra col capo avvolto in uno scialletto, agitata, palpitante e fermando il Cameriere ). Scusate, giovinetto, una parola.
CAM. - Dice a me, la signora ?
CLA. - Sì, perdonate.
CAM. - Ma la signora si sente male ?
CLA. - No, no, non è niente. Voi conoscete il signor Camillo Rovinati, non è vero ?
CAMI. - Egli era qui or ora ; posso chiamarlo.
CLA. - Non occorre!... Mi basterà che voi gli consegnate questo biglietto. ( Toglie una lettera e bagna la busta per sigillarla ).
CAM. - Veramente.... le ferme in posta ci sono anche qui.
CLA. - Credete che si tratti di qualcosa di male ? ( Togliendo il foglio dalla busta non ancora chiusa ). Posso leggervela.
CAM. - No !... Prego.
CLA. - Del resto io intendo di ricompensarvi. ( Chiude la busta ). È necessario che egli l' abbia prima di mezzanotte..... ( Dopo essersi guardata alle spalle ). Prendete ; questo è per il vostro incomodo. ( Gli consegna la lettera e uno scudo ). Mi raccomando. ( Andandosene ). ( E adesso avvenga quello che può ! ). ( Esce da dove è entrata ).
CAM. - Cinque franchi ?... Molto intraprendente anche la signora. Basta ; è un servizio che fa anche il governo, posso farlo anch'io. ( Ripone la lettera, prende il vassoio ed esce dalla sinistra ).
[...]
( Augusto Novelli, brano tratto da "Un campagnolo ai bagni" - 1887 - R. Bemporad & Figlio, Editori, Firenze 1921 )Categories Tags

