SCENA II.
CAMILLO e GIULIA, poi il CAMERIERE.
( Camillo veste un abito chiaro con un gran cappello di paglia. Tiene la canna da pescare e una zucca da pesci ).GIU. - ( Entrando dalla destra ). Cos'è stato?
CAMI. - ( Esaminando la vetta della canna ). Asinaccio !... Se faceva un altro passo mi portava via la punta.
GIU. - Scusa, ma è un' indecenza camminare con cotesti arnesi.
CAMI. - Allora, come chiami la sua, quella di passeggiare a quel modo come i granchi e con la testa alta?.
GIU. - Hai sempre ragione tu !... Ah, Dio, che infelice passione è la tua !
CAMI. - Taci e osserva piuttosto se e' è una tavola libera.
GIU. - Ecco dei signori che si alzano.
CAMI. - Benissimo, occupa subito il loro posto e appena arriva il cameriere ordina la colazione. ( Giulia eseguisce ). Perchè, lo sai?... E dalle cinque di stamani che son là con la canna.
GIU. - Tempo sprecato !...
CAMI. - Questo lo dici tu !
GIU. - ( Ridendo ). Oh, adesso vedremo. Chi sa quanto pesce !
CAMI. - Ma questo cameriere ? ( Forte ). Ehi ! Cameriere !...
GIU. - Più piano! Non vedi come ci osservano ?
CAMI. - Non si guarda che il bello. E poi sai com'è? Io faccio il mio comodo. ( C. S. ). Cameriere !
CAM. - ( Entrando ). Il signore ha chiamato ?
CAMI. - ( Lo fissa, quindi ). Se io ho chiamato ? Mi sembra.
CAM. - Allora, comanda?...
CAMI. - Prima di tutto prendi questa canna e mettila in un luogo sicuro. Mi raccomando ; fai attenzione perchè si tratta di un arnese delicato.
CAM. - Oh, conosco, conosco.
CAMI. - Ah, non è possibile. Come questa non c'è che questa. Osserva la mosca artificiale. ( Gliela mostra ).
CAM. - Bellissima.
CAMI. - Non sembra viva?
CAM. - Vivissima!... ( È un fanatico dei soliti ).
GIU. - Ma, Camillo....
CAMI. - Ah, no, lasciami fare, perchè di queste canne non se ne vedono tutti i giorni e alla gente di mare, io lo so, fa piacere. Non è vero che ti fa piacere?'
CAM. - Molto. Io sono di Firenze.
CAMI. - Fa lo stesso. O io non sono il capo banda della musica di Fucecchio? ... Eppure posseggo una canna di questo genere. A te, dunque, conservamela gelosamente. ( Dandogli anche la zucca ). E poi, friggimi tutto questo pesce.
CAM. - ( Guardando ). Il pesce?... Quale?...
CAMI. - ( Passandogli una moneta di nascosto a sua moglie ). Friggi, ti ho detto !
CAMI - ( Comprendendo ). Ah, per Dio !... Ma debbo friggerglielo tutto ?
GIU. - Per me, spaghetti al pomodoro e del piccione.
CAMI. - Idem anche per me, e poi quelli.
CAM. - Si lasci servire. ( Andandosene con la canna e la zucca ). ( Carino il capo banda della musica di Fucecchio ). ( Via ).
GIU. - Hai finito?
CAMI. - ( Andando a sedersi di fronte a Giulia ). Eccomi qua.
GIU. - Se seguiti con la tua manìa finirai col diventare il ridicolo di tutto lo stabilimento.
CAMI. - Tu pensa a stare in compagnia delle altre signore ed a fare della maldicenza sulla rotonda. Io vengo ai bagni per questo.
GIU. - Per lasciarmi sola ! Dopo appena due mesi di matrimonio ! E dire che sposai un uomo maturo perché egli non mi trascurasse troppo !
CAMI. - ( Ridendo ). Sei gelosa dei pesci ?... Ah, ah !
GIU. - Ma di quali? Se tu non prendi nemmeno quelli.
CAMI. - Questo lo dici tu.
GIU. - No, lo dicono i pezzi d' argento che tu passi al cameriere perchè egli porti in tavola ciò che tu sogni la notte.
CAMI. - ( Più forte ). Questo Io dici tu !
CAM. - ( Entrando ). Pronti con quegli spaghetti ! ( E li serve ).
GIU. - Mangiamo, mangiamo.
CAMI. - Ti raccomando quei pesci.
CAM. - Lei stia tranquillo.
[...]
( Augusto Novelli, brano tratto da "Un campagnolo ai bagni" - 1887 - R. Bemporad & Figlio, Editori, Firenze 1921 )Categories Tags

