Aule vuote, studenti ed insegnanti in piazza contro la riforma “Buona Scuola”. In piazza a Roma anche la minoranza Pd

Creato il 05 maggio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

La scuola scende in piazza contro la Buona Scuola. Cortei di studenti e sindacati uniti, che manifestano il loro dissenso al ddl di riforma della scuola del governo Renzi, in sette città: a Roma, Milano, Bari, Aosta, Catania, Cagliari e Palermo. Lo sciopero è stato proclamato unitariamente dai principali sindacati del comparto (Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda) ed a scendere in piazza sono non soltanto i lavoratori della scuola (insegnanti e personale Ata), ma anche gli studenti, che in un appello hanno chiesto ai loro docenti di aderire allo sciopero. Insieme, ribadiscono la richiesta di apportare modifiche al provvedimento, in particolare la stabilizzazione di tutti gli insegnanti precari, compresi quelli con 36 mesi di servizio che non sono nelle Graduatorie ad esaurimento; il rinnovo del contratto nazionale, bloccato da 7 anni, e una profonda modifica dei poteri che sarebbero assegnati al dirigente scolastico.

La protesta contro la “Buona Scuola”(adnkronos.com)

Lo sciopero generale di oggi contro la “Buona Scuola” di Renzi. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza oggi in tutta Italia per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi, per uno sciopero generale che alcuni sindacalisti hanno definito “il più grande di sempre”. I cortei più partecipati a Roma e Milano, dove a fianco di insegnanti, personale della scuola e studenti, stanno sfilando i segretari generali dei sindacati confederali e autonomi e molti esponenti politici, anche del Pd. A Roma il corteo è partito da piazza della Repubblica, preceduto da alcuni flash mob degli studenti: “Siamo in centomila”, hanno detto gli organizzatori. Corteo anche a Bolzano, dove oggi è atteso il premier Renzi per un incontro di partito. Sua moglie, insegnante a Pontassieve, sta svolgendo invece regolarmente le sue lezioni.

Civati, Fassina e Camusso insieme nel corteo di Roma. Tra i primi commenti politici allo sciopero, quello del parlamentare Pd Pippo Civati, in piazza a Roma, secondo il quale “questo è uno sciopero non politico, perché la politica non rappresenta più nessuno, perché il Pd ha tradito i suoi impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola lontanissima dalla nostra cultura politica”. Con lui anche Stefano Fassina, che, riferendosi ai presidi, sostiene che “la scuola non può essere una caserma con un capo che comanda”. In corteo a Roma anche Susanna Camusso, segretario della Cgil: “Si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”. Furlan della Cisl, in piazza a Milano, ha detto che “questa riforma l’ho letta bene, non mi piace”, mentre Barbagallo, della Uil, ha affermato che la scuola italiana “non ha bisogno di podestà”, ma di essere “pubblica, libera e democratica”. “Sarà il più grande sciopero della storia della scuola italiana – sottolineano i Cobas che manifestano autonomamente sotto la sede del ministero dell’Istruzione – è la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme”.

Renzi, derby tra chi fa e chi si crogiola in protesta. ”L’obiettivo è dire che siamo a un bivio: da un lato quelli che protestano soltanto, lamentano, fanno l’elenco delle difficoltà. In alcuni casi hanno ragione, non possiamo dire che va tutto bene e raccontare barzellette. Ma loro sono destinati a crogiolarsi nelle loro proteste” mentre dall’altro lato c’è chi “fa le cose”. Lo dice Matteo Renzi. ”Oggi abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori partendo dalla scuola. Ci sono tante persone che protestano: qualcuno dice che protestano sempre ma noi ascoltiamo le protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito”, aggiunge Renzi. “Abbiamo intrapreso il percorso di grandi Riforme e andremo avanti con testa dura”, dice il presidente del Consiglio. “Abbiamo tenuto la promessa della legge elettorale varata ieri e andiamo avanti su questa strada”.

La protesta di Roma. Dietro lo striscione “Sciopero generale l’unione fa la scuola 5 maggio 2015 riformiamola insieme” è partito da piazza della Repubblica a Roma il corteo organizzato dai sindacati per protestare la riforma della scuola proposta dal Governo Renzi. Sono molte migliaia i partecipanti che, mentre la testa del corteo è a Santa Susanna, continuano ad arrivare per unirsi alla manifestazione. In testa i leader sindacali, tra cui il segretario della Uil Carmelo Barbagallo. Gli insegnanti aderenti ai Cobas hanno bloccato a Roma un tratto di viale Trastevere, dove ha sede il ministero dell’istruzione, nella giornata di sciopero contro il ddl “buona scuola”. Alcune centinaia di manifestanti aderenti ai Cobas stanno inscenando un sit-in davanti al Miur con striscioni, musica e cori.

La protesta di Milano. Un Matteo Renzi con le orecchie d’asino e la scritta “bocciato” su entrambe. Questa è una delle numerose rappresentazioni del presidente del Consiglio al corteo di Milano contro la riforma della scuola. In particolare, su un camioncino dei sindacati il premier viene invitato a “studiare l’inglese”. Sul retro della sagoma si legge: “Renzi vai ha squola”.

Il corteo di Torino. Migliaia di insegnanti e studenti sfilano in corteo per le vie del centro di Torino per protestare contro la “Buona Scuola del governo Renzi”. Sventolano insieme le bandiere dei sindacati confederali, dei cobas, dei cub e di Rifondazione Comunista. I sindacati confederali e la Gilda avevano organizzato un presidio in piazza Carlo Alberto ma si è formato un lunghissimo corteo che ha bloccato il traffico in molte vie centrali della città.

La manifestazione contro la “Buona Scuola” a Bari. È partito da poco il corteo contro il ddl sulla riforma della scuola, nel centro di Bari, dove sono confluite circa 15mila persone – secondo gli organizzatori – provenienti da Puglia, Calabria e Basilicata. Secondo le stesse fonti sarebbero chiuse tra l’80 e il 90% delle scuole pugliesi. Il corteo di docenti, partito da piazza Castello, si incontrerà con quello degli studenti partito da una piazza antistante all’università. “Renzi non esagerare, la nostra scuola non rovinare”, “Difendiamo la scuola perché non muoia” sono alcuni degli slogan scelto dai manifestanti. In particolare, sono molto i docenti che hanno creato e sventolano manifesti funebri sui quali si annuncia la “morte della scuola pubblica”.

Il corteo di Palermo. Sono partiti da piazza Marina studenti, professori, precari e personale amministrativo della scuola che anche a Palermo, come in altre sei piazze italiane, sono scesi in piazza contro la riforma della scuola voluta dal governo Renzi. Secondo i sindacati sono circa seimila i manifestanti che stanno percorrendo le strade del centro intonando cori e slogan. Il corteo si snoda controllato da polizia, carabinieri e vigili urbani. Al momento la testa del corteo è in via Roma (dove ha incrociato qualche centinaio di studenti partiti da piazza Verdi), mentre la coda è ancora in fondo a corso Vittorio Emanuele, a circa 200 metri. Il concentramento per i comizi è previsto a piazza Verdi.


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