Il sempre più profondo baratro economico in cui é caduta la Grecia sembra non avere fine. Dalla prossima settimana - giusto il tempo di darlo alle stampe - sarà cambiato il testo di storia e geografia del Paese in ogni scuola. Data l'importanza dell'avvenimento il governo, seppur con le casse vuote, ha compiuto un ultimo sforzo, racimolando quanto necessario per produrre i libri che verranno utilizzati dalle prossime tre generazioni di abitanti, all'incirca fino al 2050, se non interverranno fatti eclatanti nelle vicende prossime venture. Il libro verrà consegnato gratuitamente a circa il 70% della popolazione, percentuale che si prevede entro la fine del 2012 avrà i requisiti necessari all'esenzione dal pagamento.
Vediamo in breve i fatti salienti della storia del paese attraverso le mappe storiche che ci sono state fornite in anteprima assoluta. La prima cartina riguarda i movimenti delle prime popolazioni micenee che crearono gli insediamenti che poi, secoli dopo, avrebbero preso il nome di "Ελλαδα", ovvero di Grecia. siamo circa nel 1.500 avanti Cristo.
Da allora il territorio vide la sua maggiore espansione oltre che gloria, divenendo culla di una civiltà alla quale tutti attribuiscono la nascita di cosette tipo la democrazia, dove fiorirono cultura e scienza fino a raggiungere una sorta di massimo splendore intorno al 400 dopo Cristo, dopodiché lo strapotere romano iniziò pian piano ad erodere questi territori dove in realtà erano riusciti (e questo avrebbe dovuto essere un insegnamento da tenersi ben presente per il futuro) a far di tanta scienza e cultura solo una teorica meraviglia, restando di fatto niente più che una confederazione di città incapaci di costituirsi in stato omogeneo.
Con i romani ad ogni buon conto non andò poi malaccio nella misura in cui i greci, in virtù del fatto che, se si evita di affenderli perché hanno un orgoglio smisurato, diventano accomodanti se messi di fronte a mediterranee usanze, gusti e profumi, non tardarono a fare 2+2 e cedettero il passo di buon grado, ricevendo, per contro, un trattamento che possiamo definire onorabile, dignitoso, insomma tale da comportare una integrazione così ben riuscita che poi, a seguito delle vicissitudini che sconfessarono l'eternità romana, dette origine prima all'Impero romano d'Oriente e poi all'Impero Bizantino.
Ma la storia come si sa, seppur lentamente segue il suo ritmo e il tempo passa. I grandi invecchiano, i giovani non si mostrano all'altezza talvolta ed il ricambio generazionale, specie se prima vi é stato un periodo di splendore, porta a quella rilassatezza che sempre é foriera di guai. E stavolta, visto che da ovest già pressavano i barbari (in realtà furono proprio i greci a chiamare così per prima gli stranieri - con il solito eccesso di orgoglio - in quanto, non parlando gli stessi il greco, erano definiti balbuzienti, che in greco, appunto si dice "βàρβαρος", cioè barbari) piovuti dalle terre germaniche, chi invece da est iniziava a pressare, dopo essersi vinto con vari alleati tutte le crociate più importanti, era l'Ottomano. Un popolo piuttosto difficilino da trattare, abituato a soffrire, proveniente da terre dure e ben agguerrito se era riuscito a ricacciare i mongoli. Ebbene con il 1453 scompare l'Impero Bizantino con la presa di Costantinopoli e da allora inizia la lenta presa di possesso di tutti i territori cosiddetti greci, tanto che questo nome sparirà dalla storia della geografia per ben quattro secoli.
Gli Ottomani non si contentarono certo della Grecia ed anzi iniziarono a risalire verso nord riuscendo persino ad insidiare la città di Vienna alla cui porte arrivarono, prima di essere fermati. Ma le terre balcaniche erano tutte in mano loro. Ma, vi domanderete, nel frattempo, i greci che fine avevano fatto? Si erano dispersi per l'Europa (la diaspora) dove troviamo, dall'Italia, alla Francia, all'Inghilterra, all'Austria, un fiorire di comunità, molte delle quali oggi ancora presenti. furono loro che cercarono, unitamente a qualche esule che via via riusciva a raggiungere terre libere, che tennero vivo lo spirito dell'Ellenismo, nondimeno aiutati da una situazione storica e politica che vedeva anche per gli Ottomani, l'avvicinarsi di nubi fosche. A partire dal 1700 infatti l'Impero Ottomano iniziò a risultare troppo difficile da gestire per i suoi Sultani e la lenta ma progressiva erosione dei territori non era passata inosservata ad esempio alla Russia che, sul versante del Mar Nero, aveva le sue belle rivincite da prendersi mentre, per equilibrar le cose, l'Inghilterra per prima non vedeva di buon occhio questa possibile crescita zarista perché il mediterraneo e, guarda un po' in particolare i territori che una volta erano greci, iniziavano a risultare strategici (di lì a breve si sarebbe poi aperto il canale di Suez ed era opportuno farlo tenere d'occhio da gente amica). Fu così che, a seguito di un primo accordo, tra inglesi, russi e francesi, atto a defenestrare gli Ottomani ed a rinchiuderli quanto meno nei territori che oggi costiuiscono l'attuale Turchia o poco più, la Grecia trovò l'occasione per riunire le poche forze costituite da piccole compagini poco più che banditesche ma che erano diffusamente presenti sia nelle isole che nell'entroterra, specie nell'Epiro. Dettero molto filo da torcere agli Ottomani ma non ce l'avrebbero mai fatta se le grandi potenze non avessero inviato le loro flotte che definitivamente scompaginarono il turco invasore. Era il 1829 quando vi fu il primo trattato ad Adrianopoli tra russi e turchi. Seguì un secondo trattato nel 1830 a Londra che definì più esplicitamente la indipendenza della nascente nazione greca. In realtà in Grecia già dal 1827 si erano dati un ordinamento repubblicano ma il presidente eletto, Giovanni Capodistria, venne assassinato, cosicché, le potenze europee, colsero immediatamente l'occasione per imporre un re, che fu individuato in Ottone di Wittlsbach, incoronato nel 1832. Praticamente la prima vera e propria indipendenza, anche se parziale, perché ad esempio sia Creta che Rodi, così come porzioni della Macedonia e dell'Epiro erano rimaste in mano Ottomana, era durata in realtà cinque anni scarsi, prima che venisse imposto da qualcun'altro un governante.
Ma il cammino era intrapreso e nonostante le guerre che li videro confrontarsi con i turchi a più riprese per il recupero di territori storicamente in mano greca, ovvero le guerre balcaniche nel 1912-13 oltre ad un conflitto nel 1922, disastrosamente conclusosi per i greci tra l'altro, la storia ci porterà fino alla seconda guerra mondiale e, dopo di essa, alla configurazione che era fino alla fine del secolo scorso.
Dalla fine del secolo scorso, ovvero dagli anni 2000 le modificazioni geografiche non portarono alcuna novità mentre quelle politiche videro il sorgere della Unione Europea così come la conosciamo tutti. La Grecia in qualche modo (piuttosto discutibile in verità), anche per ottenere una veste di pieno riconoscimento in campo internazionale, decise di presentare le proprie credenziali per partecipare a questo nuovo "club" che indegnamente aveva preso a prestito ideali di Mazzini e compagni ma che con i quali, ben poco aveva a che spartire e che invece doveva rispondere alle regole molto più di carattere economico che politico, stabilite nel trattato di Maastricht il 7 febbraio 1992. Non é questa la sede di approfondire quanto successo da quel 2001. Il risultato appare invece chiaro nella cartina che rappresenta una delle due importanti novità che hanno promosso questo cambiamento dei libri di testo, ovvero quella che segue, aggiornatissima al 21 febbraio di quest'anno.
La Grecia non esiste più. Poiticamente é un NON stato. La società é disfatta, l'economia anche. E' proprietà altrui. All'interno, oltre a qualche insediamento di antiche famiglie aristocratiche e di potentati di natura e matrice politica, il resto degli abitanti sono come ebrei in egitto. Ancora una volta questo paese ha offerto gli appigli e tante delle ragioni affinché ciò accadesse, l'ultima volta proprio lunedì , il 21 febbraio di quest'anno, così come lo fece quando le venne imposto il re. Ma allora erano giovani repubblicani ed una assemblea di coriacei capi tribù che avevano combattutto quasi banditescamente contro un invasore. Oggi é un'altra storia che, comunque, ha portato a ciò che segue.
Così é se vi pare. Qualcuno, non greco ma certamente diretto discendente di quella che fu Magna Grecia, così si era espresso. Torna comodo anche a me, a significare che ognuno può vedersela come crede. Tutti, ad esclusione del 70% di questo paese che avrà per tre generazioni almeno, in cambio del proprio futuro, un nuovo libro di storia da sfogliare, sul quale, se avrà voglia, meditare.
“Se ci fossimo comportati con i nostri fratelli e sorelle della Germania dell’Est così come con i Greci, essi sarebbero ancora a guidare Trabant e ad aspettare le banane”
“Wären wir mit unseren Brüdern und Schwestern in der DDR so verfahren wie mit den Griechen, die Menschen dortwürden noch immer Trabantfahren und auf Bananen warten”
“Αν εμείς είχαμεσυμπεριφερθεί στα αδέλφια στην πρώην ανατολική Γερμανία όπως οι Ευρωπαίοι συμπεριφέρονταιστους Έλληνες σήμερα, θα οδηγούσαν ακόμα Trabant και θα εξακολουθούσαν να περιμένουντις μπανάνες”.
(da “Wenn ich einGrieche wäre “ di Gabor Steingart, direttore del quotidiano tedesco “Handelsblatt”, testo rintracciabile sul sito http://www.gaborsteingart.com/; testo pubblicato su International Herald Tribune in USA e su Kathimerini in Grecia )