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Aumentano le nutrie, le si abbatte anche con incenerimento

Creato il 29 settembre 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
Aumentano le nutrie, le si abbatte anche con incenerimento

Le nutrie aumentano ancora: lo conferma il verbale della deliberazione del presidente della Provincia Carlo Vezzini, ma il modo con cui si affronta il problema non cambia di molto, si sparerà di nuovo come in passato, dopo tanti anni di piani di controllo delle nutrie senza risultati. Dopo tanti anni e molte spese, per il triennio 2015-17 l'ente Provincia prevede due budget di spesa, secondo il modello d'intervento che poi sarà applicato.

L'ipotesi A prevede lo smaltimento delle carcasse con inserimento delle carcasse in sacchetti, trasporto e incenerimento, oltre al rimborso spese (200mila euro) per i volontari. L'impegno economico comprende l'acquisto di freezer e gabbie, oltre ai monitoraggi faunistici. Non si tratta di attività venatoria, bensì di pubblico servizio, precisa la delibera del presidente. Gli animali catturati potranno essere abbattuti senza pallottole, ma con pistole ad aria compressa. Non è caccia, quindi, per quanto sia necessario il porto d'armi: si sparerà da un'ora prima dell'alba fino al tramonto, indossando gilet ad alta visibilità.

Secondo l'ipotesi B, il piano di controllo delle nutrie contempla spese per 64mila euro in cartucce, gilet, gabbie e monitoraggi faunistici. Le minori uscite dipenderanno dal sotterramento volontario delle carcasse, non remunerato né rimborsato: in alternativa si procederà all'incenerimento. Gli importi stabiliti sono soggetti a verifica nel corso dell'attività.

Su tutto il territorio provinciale si potrà sparare alle nutrie, anche da parte dei consorzi di bonifica. Non mancheranno corsi d'aggiornamento, controlli sulle attività di abbattimento e monitoraggi.

Dopo la spesa iniziale per le attrezzature, le uscite a carico di Corso Vittorio Emanuele II diminuiranno. Continua però la fuoruscita di euro, dopo le tante lire versate inutilmente. Sparare non ha dato risultati efficaci, come ha protestato l'associazione Una, Uomo natura animali, che propone altri metodi, anche a Cremona, come il controllo delle nascite. Ogni anno la pubblica amministrazione invece ci rimette decine di migliaia di euro, se non centinaia, e le nutrie aumentano. E' un circolo vizioso, che secondo gli animalisti crea il problema, rendendo "necessari" sistemi di abbattimento che non fanno altro che favorire, per combinazione, la caccia con tutte le attività economiche correlate. L'ente Provincia sta cercando, leggendo il verbale della delibera del presidente Vezzini, di contenere i costi, che tuttavia non variano di molto e comunque persistono a decenni di distanza. Occorrerebbe, come già più volte affermato dagli enti locali, un piano che coinvolga e organizzi le risorse di tutta la pubblica amministrazione della pianura padana, in modo da attivare la stessa politica su tutto il territorio, per evitare che agli abbattimenti su un territorio comunale corrisponda l'aumento di esemplari nel territorio vicino. Tentativi ne sono stati fatti, eppure nulla è cambiato. Alle prese con le proteste delle organizzazioni agricole - molto influenti nel Cremonese - ecco in Provincia due agricoltori, lo stesso Carlo Vezzini e il consigliere provinciale Alberto Sisti, rispettivamente Pd e Forza Italia, dichiarare di aver emesso il piano entro il 30 settembre, entro la scadenza voluta dalla Regione, in attesa che la stessa Regione spieghi quali indirizzi seguire. Prima e al di sopra del singolo amministratore locale, ancora una volta sono già state prese decisioni che superano l'autonomia decisionale del territorio (abbattere a fucilate), i cui rappresentanti si adeguano.


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