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Il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, ha annunciato che ci sarà un rincaro delle aliquote della Tasi sulla prima casa e della Imu-Tasi sulla seconda, per recuperare 1,4 miliardi per i Comuni in modo da portare le detrazioni fino ad una media di 150 euro ad abitazione. Ma l'aumento, come calcola la Uil servizio politiche territoriali, costerà rispetto alle attuali aliquote della Tasi fissate dalla legge di Stabilità, in media 40 euro in più a contribuente, mentre le detrazioni saranno solo volontarie e inferiori a quelle della "vecchia" Imu del 2012 (200 euro di base più 50 euro a figlio). In pratica i Comuni avranno la possibilità di innalzare le aliquote della Tasi prima casa (che ha sostituito l'Imu) dall'attuale tetto del 2,5 per mille, fissato dalla legge di Stabilità, al 3 per mille, dunque lo 0,5 in più (la richiesta dell'Anci arrivava fino al 3,5 per mille ed è ancora in corso un braccio di ferro).
Mentre per la seconda casa il tetto salirà dall'attuale 10,6 per mille all'11,1 per mille: anche in questo caso mezzo punto (3 per mille per la Tasi e 8,1 per mille per l'Imu che resta in vigore per la seconda abitazione). Il gettito, circa 1,4 miliardi, sarà destinato "prioritariamente" all'aumento delle detrazioni "per le fasce più deboli", ha aggiunto Baretta. Non è escluso, date le ristrettezze dei Comuni, che questi sfruttino al massimo la possibilità di elevare l'aliquota della Tasi: il risultato potrebbe essere con detrazioni minori rispetto alla vecchia Imu che molte famiglie pagheranno quanto e forse più di prima.
I sindaci di ogni Comune potranno, a propria discrezione, introdurre lo sconto per nuclei monoparentali, e famiglie valutate con il meccanismo del nuovo Isee, ammonta a 1,9 miliardi: agli 1,4 miliardi si aggiungono infatti i 500 milioni per le detrazioni decisi con la legge di Stabilità (che avrebbero consentito detrazioni di 25 euro).
Il Governo presenterà un emendamento per concedere ai Comuni la possibilità di incrementare le aliquote oltre ai massimi attuali per concedere detrazioni alle famiglie e ai ceti più deboli. Tale incremento sarà tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo e i Comuni saranno liberi di decidere come ripartirlo. I sindaci di ogni Comune, infatti, potranno, a propria discrezione, introdurre lo sconto per nuclei monoparentali e famiglie valutate con il meccanismo del nuovo Isee.
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