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AUNG SUU KYI “Servirò il popolo , perché è l’unica cosa che conta per me”

Creato il 16 novembre 2010 da Madyur

Signora Aung Suu Kye, adesso ricomincerà a fare politica come una volta?

“Non sono venuta qui a spiegarvi i miei programmi perché prima devo sentire quello che avete da dire voi , quali sono i problemi della gente , perché voi li sapete certo meglio di me che sono stata rinchiusa per tanti anni. D’ora in poi lavoriamo insieme . Servirò il popolo , perché è l’unica cosa che conta per me”

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Sarà possibile per lei dialogare con il regime che l’ha tenuta agli arresti tutti questi anni?

“Io non serbo rancore né spirito di vendetta , sono per la riconciliazione nazionale. La democrazia non è il frutto del lavoro di una persona sola”

Quali risultati spera di ottenere?

“So che con il vostro supporto e la vostra pazienza possiamo ottenere ciò che vogliamo”

Ha ancora la forza per invocare la riconciliazione nazionale , anche con i suoi aguzzini?

“E’ possibile se sapranno rispettare indistintamente il popolo come molti esponenti del regime hanno mostrato rispetto a me durante la prigionia , e non bastonarlo perché non ha voce e potere. Sanno di non aver agito nel rispetto delle leggi , e nessun Paese può sopravvivere senza seguire delle leggi. Per questo io le ho sempre rispettate , anche quando non le riteneva giuste. Ma prima viene il rispetto dei diritti umani. Molti detenuti sono ancora in prigione perché chiedevano giustizia , e so di essere una privilegiata. Ma questa giustizia non è solo per uno , è per tutti noi”

Lei ritiene la sua liberazione un primo segno di cambiamento?

“Forse cominciano a capire che non si può più tenere un intero Paese agli arresti. E che la riconciliazione parte dal fatto che sono esistite e esistono delle differenze , altrimenti non ci sarebbe nulla da riconciliare”

Che cosa direbbe oggi al generale Than Shwe?

“Direi sediamoci e parliamo”

Quanto ha influito la sua autorità morale , la sua determinazione a non accettare compromessi?

“Spero che ciò che farò e otterrò non sarà solo basato sull’autorità morale, e non credo all’autorità di un individuo , non di uno solo. Non so neanche dove sia stata presa l’idea che non facciamo compromessi . Semplicemente dobbiamo basare le nostre azioni secondo le circostanze , lavorare per creare sviluppo e democrazia”

Pensa di rivedere la sua posizione a favore delle sanzioni contro la giunta?

“Se il popolo ritiene davvero che le sanzioni vadano alleggerite , lo prenderò in considerazione. In questo momento abbiamo bisogno di aiuto , e domandiamo a tutti di aiutarci , nazioni occidentali, orientali , del nord , del sud… l’intero mondo , perché tutto inizia con il dialogo”

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Quale sarà la sua prossima mossa?

“Lo saprò quando avrò parlato con la gente. Non posso decidere da sola. Per questo ho detto che avrò bisogno del sostegno di tutti, perché solo lavorando insieme sviluppare il paese e ottenere anche la libertà che vogliamo. Nemmeno nel partito credo al dominio di una persona sola”

Che cosa cambierà nella politica birmana da adesso in poi?

“Prima fatemi dare un’occhiata attorno. Di certo voglio lavorare con tutte le forze democratiche , che vogliono democrazia nei fatti , non solo con le parole. Ci sono tante cose da fare, nell’istruzione tanto per cominciare , ma per tutti i problemi che abbiamo davanti, la nostra capacità di risolverli dipenderà soprattutto dal supporto della gente”

Qual è il suo giudizio sul National Democratic force che si è staccato dalla Lega e si è presentato alle elezioni?

“Come quello su ogni altro partito”

Pensa ancora che sia stato giusto non partecipare al voto?

“Io penso di sì. Ci sono molti interrogativi sulla correttezza delle procedure elettorali , le stiamo già studiando e valutando. Un comitato formato dal partito si occuperà di questo”

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Cosa pensa del problema delle comunità etniche , delle tensioni anche di questi ultimi giorni sul confine thailandese?

“I problemi delle minoranze etniche , come il resto, non si risolve dall’oggi al domani senza una vera riconciliazione. E’ molto triste vedere fino a che punto è stato diviso il Paese”

Che cosa l’ha colpita più negativamente dello stato in cui ha trovato la sua Birmania ?

“La durezza della condizione di vita della gente , e il fatto che ci sono persone che pensano di combattere per la democrazia con il coraggio e la violenza. Ma non è questo il coraggio”


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