Ecco alcune considerazioni di Auriemma scritte sul il Corriere del Mezzogiorno: “ Lavezzi che aveva ripreso a starsene a testa giù col muso lungo e che rischiava di sbottare con un “vaffa” rivolto alla panchina, come accadde durante Napoli-Catania. Forse gli avrà dato fastidio cominciare a sentire che il Napoli non dipende più da lui e che in sua assenza era stato addirittura convincente e vincente per due partite di seguito. Anzi tre, giacchè a Roma stava per arrivare al tris di successi. Poi, in quei 20 minuti dell’Olimpico si è capito perché il Pocho era rimasto in panchina e pure perché il Napoli era stato schiacciato nel finale nella sua area di rigore.
Parlare di “separato in casa” forse è troppo, ma il malumore della squadra verso il Pocho può essere comprensivo: quella mossa figlia di molti errori poteva costare l’accesso alla Champions, ora nuovamente possibile. Non si tratta né di essere primadonna o leader, è una questione di maturità che non sempre appartiene a chi calca le scene da protagonista e rifugge le folle che lo acclamano. Napoli è così, ama alla follia i suoi beniamini. A Milano o a San Pietroburgo applaudono algidi e fischiano forte al primo errore”.