Prosegue il pugno di ferro tra lavoratori e istituzioni, a Palermo è tornato a riunirsi il movimento dei Forconi che ha dato vita a una manifestazione con migliaia di partecipanti, compresi studenti e agricoltori che ora attendono il risultato dell’incontro tra Lombardo e Monti. Continua ancora, il fermo degli autotrasportatori in tutto il paese, fra autisti che tentano di superare il blocco e vengono fermati dai colleghi.
I prossimi giorni la situazione non migliorerà. Difficili gli approvvigionamenti, specie al Sud, ma un pò ovunque si registrano carenze di generi alimentari e benzina. Inevitabili reazioni alla stretta che provoca ricadute sociali. I soldi non fanno la felicità ma, oggi le famiglie non sono d’accordo. Gli italiani sono più poveri rispetto a dieci anni fa e la loro ricchezza va restringendosi sempre di più.
La crisi ha, infatti, messo a nudo un rancore crescente verso l’ineguaglianza sociale e verso il paradosso che vede l’Italia come uno dei paesi più ricchi del mondo, senza che questo venga riconosciuto nell’esperienza quotidiana. Un paese ricco, abitato da poveri. La vulnerabilità della situazione non fa dormire sonni tranquilli.
Due fattori hanno profondamente modificato, in quantità e qualità, la piramide sociale italiana. Si è aperta una spaccatura verticale, un travaso progressivo di ricchezza, dai lavoratori dipendenti agli autonomi: imprenditori, liberi professionisti, commercianti e poi si aggiunge il ristagno dei redditi che ha svuotato e affondato i ceti medi. Famiglie sempre più povere e indebitate. Quando si sono accorte di non essere affatto sulla strada per diventare ricchi, anche nei ceti medi si è risvegliata l’insofferenza verso gli squilibri sociali.