News Mondo: Non si sente parlare spesso dell’Australia, come si dice lontano dagli occhi lontano dal cuore, ma la cronaca talvolta la riporta alla ribalta.
È durato più di 16 ore il sequestro di circa 50 clienti della cioccolateria Lindt di Martin Place a Sidney. La polizia con un blitz ha liberato gli ostaggi, uno dei quali è rimasto ucciso insieme al sequestratore. Diversi sono stati i feriti, tra cui un agente, ma non si conosce l’esatto numero.
I clienti della cioccolateria sono stati tenuti prigionieri, da questa notte, dall’iraniano Man Haron Monis. Il luogo preso d’assalto si trova in una delle zone più frequentate della città, nel centro finanziario di Sidney. I clienti erano stati obbligati ad alzare le mani e a poggiarle alla vetrina, dove è stata issata una bandiera nera recante la scritta in arabo “Non c’è Dio che Allah e Maometto è il suo profeta”.
Circa undici ostaggi erano riusciti a scappare, mentre la polizia ha cercato per diverse ore di trattare con il sequestratore, che ha mostrato di voler parlare col primo ministro Abbott.
Alcuni ostaggi, telefonando per conto del sequestratore, avevano riferito ai media che erano state piazzate due bombe all’interno del locale e altre due all’esterno. Non si sa se si tratta quindi di un vero terrorista che opera da solo o di un folle. Quello che si sa è che Man Haron Monis è arrivato nella terra dei canguri nel 1996 fuggendo dall’Iran, ha alle spalle diverse denunce per violenze sessuali, ma anche un’accusa di omicidio. Pare che insieme all’ attuale moglie abbia accoltellato e poi bruciato l’ex moglie. Inoltre l’iraniano era noto per aver messo su una campagna di odio contro i soldati australiani in Afganistan inviando lettere offensive ai familiari dei militari uccisi.
Diverse le reazioni degli australiani, dalla paura all’accusa, dalla curiosità alla solidarietà per i musulmani che vivono in Australia. Virale è diventata la campagna #illridewithyou, che mostra sostegno a tutti i musulmani, fermando la possibile psicosi islamica e cacciando via il pregiudizio verso chi porta un velo, un burka, tiene la barba lunga o indossa abiti religiosi.
Nel corso della giornata il fatto ha richiamato molti curiosi, tra questi alcuni hanno pensato di immortalare il momento con l’ormai onnipresente selfie. Un macabro e insolito comportamento diventato virale in molte situazioni, questo è il mondo 3.0.