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Australia: verso la spaccatura tra ARU e club minori

Creato il 12 settembre 2013 da 22metri @22metri

La federazione in rotta di collisione con i club minori.

L'Australia non ha mai avuto una competizione nazionale al livello della Nuova Zelanda o del Sud Africa, le distanze ed il dominio di altri sport professionistici hanno fatto sì che Queensland, New South Wales e, in forma minore, gli altri stati organizzassero i propri tornei con squadre provenienti in prevalenza dalle aree metropolitane di Sydney e Brisbane. Di fronte allo strapotere dell'Australian Rules, in grado di attirare centomila persone all'MCG per le finali, i campetti di periferia usati per le finali dello Shute Shield e del Queensland Premier Rugby sono sempre impalliditi.
Dall'inizio del Superugby si è creato un contrasto tra i campionati regionali e la competizione professionistica, con un sovrapporsi di calendari che ha svuotato per larga parte della stagione i club minori dei loro giocatori migliori.
Nel 2007 l'ARU provò già ad emulare ITM e Currie Cup e formò 8 squadre che avrebbero dovuto rappresentare le varie anime del rugby regionale australiano, ma il tentativo finì miseramente nell'indifferenza generale.
Ora si tenta di fare lo stesso, l'ARU vuole vietare alle squadre locali di pagare i giocatori e forzarle quindi ad un regime prettamente amatoriale e, cosa che fatto maggiormente inalberare i club, vietare ai giocatori sotto contratto con le squadre di Superugby di giocare nei club.
Il tutto per poter puntare nuovamente su una competizione nazionale che parta al termine della stagione di Superugby e finisca in Ottobre.
Creare una competizione senza l'appoggio dei club locali sarebbe una ricetta per la ripetizione del 2007, e se l'ARU vuole portare i club ad un tavolo negoziale, è partita decisamente con il piede sbagliato. Le mille rivalità locali sono alla base del rugby di base in Australia, svuotare i club dei loro giocatori migliori ed impedire loro di pagare un modesto compenso ai giocatori emergenti vorrebbe dire condannare questi club alla scomparsa.
Perché invece non investire sui club dotati di migliori infrastrutture, fare un campionato da sei, otto squadre tra le squadre storicamente più forti: Brothers, University of Queensland, Easts, University of Sydney, Eastwood, Randwick, Harlequins e Canberra. Si potrebbero così sfruttare sia un substrato di club già esistenti sia dare alle altre squadre minori la possibilità di continuare a competere nei vari campionati regionali e poi alla fine del campionato prestare alcuni dei loro migliori alle squadre più forti.

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