Melbourne Park, piena estate Down Under, racchette, palline e tanto sudore: è il primo Grande Slam dell’anno, forse il più imprevedibile. Sono gli Australian Open.
Finalmente si torna a fare sul serio nel panorama tennistico internazionale e, sin dalle prime due giornate, non sono mancate certezze, sorprese e delusioni. Il primo turno dei tabelloni di singolare si è appena concluso e dei dieci italiani presenti ai blocchi di partenza una buona parte si è qualificata per il secondo round. Rivedremo, infatti, sei azzurri al turno successivo, alcuni con buone credenziali per fare strada nel torneo e altri che dovranno tentare delle vere e proprie imprese, per non essere costretti a fare le valigie e ad abbandonare il primo Major.
Il confronto più atteso in casa Italia era indubbiamente il derby Pennetta-Giorgi, che ha lasciato agli archivi una sfida combattuta e tesa, ma per nulla esaltante sotto il profilo tecnico, considerata l’eccessiva quantità di errori da entrambe le parti. Camila Giorgi si è assicurata al quinto match point la vittoria per 4-6 6-2 6-3, ma ha collezionato ben 16 doppi falli in 14 turni di servizio e un totale di 47 errori non forzati a fronte di 31 colpi vincenti; Flavia, testa di serie numero 12 del seeding, ha mostrato, invece, un gioco troppo altalenante e passivo per poter competere ad alti livelli nello stesso torneo in cui appena dodici mesi fa aveva raggiunto i quarti di finale, perdendo poi con la futura campionessa Li Na. Ciò si tradurrà, quindi, in una probabile uscita dalla top 15 per la pugliese, che sarà inoltre chiamata a difendere l’ingombrante vittoria di Indian Wells 2014 tra poco più di un mese; purtroppo con questa condizione di forma si rischia il tracollo. La Giorgi raggiunge nuovamente il secondo match dello Slam australiano e affronterà la ceca Smitková (numero 68 WTA), per dimostrare di poter proseguire nel processo di maturazione e anche di vincere sapendo convincere in misura maggiore.
Per due italiane che non hanno fornito grande spettacolo una contro l’altra, altre due hanno superato brillantemente la loro prima fatica: si tratta di Sara Errani, impostasi 6-0 6-1 sulla statunitense Grace Min, e della sua grande amica e compagna di trionfi Roberta Vinci, 7-5 6-1 alla serba Jovanovski. Per la futura numero 1 azzurra si profila un secondo turno contro la spagnola Arruabarrena, su cui è ampiamente favorita, mentre la tarantina si esibirà sulla Rod Laver Arena di fronte alla temibile russa Makarova (decima al mondo e nel tabellone di questi Australian Open), in una sfida dalla grande conoscenza reciproca, vista la rivalità degli ultimi anni in doppio tra le due Cichis e la coppia Makarova/Vesnina.
Il 3 su 6 delle ragazze è completato dalle sconfitte di Francesca Schiavone, 6-2 6-2 da Coco Vandeweghe (37esima nella classifica mondiale), e di Karin Knapp, sfortunata nel sorteggio ed eliminata dalla numero 3 Simona Halep nel match inaugurale del torneo con il risultato di 6-3 6-2.
Spostandoci sul settore maschile, non si può non partire dall’ennesima delusione firmata Fabio Fognini, che, anche questa volta, non si è rivelato all’altezza della sua posizione nella classifica ATP e ha sprecato la testa di serie numero 16, cedendo in quattro set al colombiano numero 107 del mondo Alejandro González (4-6 6-2 6-3 6-4). Ormai non si contano più le contro-prestazioni e le racchette spaccate dal ligure, mentre l’Italia ancora aspetta un primo tennista che sia almeno degno di questo nome. Per la serie: meglio averne uno che dà il meglio di sé al 40esimo posto che uno nei primi 20 (con il talento tecnico da top 10) con la testa (tuttora inesistente) di Fognini, assolutamente e forse definitivamente inadatto per il posto che occupa.
Eppure l’esempio da seguire ce l’avrebbe direttamente da un connazionale, che ha confezionato una delle maggiori sorprese di questo Australian Open maschile finora. Quell’esempio è Paolo Lorenzi, che stanotte ha eliminato con un sonoro 6-4 6-3 6-2 l’ucraino Dolgopolov, bestia nerissima dello stesso Fognini, e si è regalato un interessante secondo round contro il canadese Vasek Pospisil. Parliamo della seconda vittoria Slam (di fila) per Lorenzi, che si era finalmente sbloccato agli ultimi US Open dopo una striscia di ben tredici sconfitte consecutive al primo turno nei quattro tornei più prestigiosi dal lontano 2010. Un tennista dalle discrete doti di gioco, da limite dei primi cento e nulla più, ma che, con il duro lavoro e la convinzione mentale di un lottatore, ha pian piano raggiunto un ruolo di primissimo piano nel circuito Challenger ed un best ranking di tutto rispetto, al numero 49 (attualmente è 64). È l’anti-Fognini e ci piace anche per questo.
Nella prima giornata il bilancio degli azzurri era ancora intonso grazie ad Andreas Seppi e Simone Bolelli, che hanno sconfitto rispettivamente l’uzbeko Denis Istomin in rimonta (all’ormai usuale quinto set tra i due; 5-7 6-3 2-6 6-1 6-4) e l’argentino Juan Mónaco (6-3 3-6 6-3 6-1). Per l’altoatesino ci sarà la rivincita contro Jérémy Chardy degli ottavi di finale dell’Australian Open 2013, mentre Bolelli scenderà in campo sul campo centrale contro un certo Roger Federer, quattro volte campione a Melbourne.
Il richiamo allo svizzero ci consente di passare al debutto vincente dei grandi nomi in questo Australian Open: Roger ha siglato la vittoria 1001 in carriera contro Yen-Hsun Lu (6-4 6-2 7-5), il favorito della vigilia, Novak Đoković, si è sbarazzato dello sloveno Bedene (6-3 6-2 6-4), il campione uscente Wawrinka ha superato Ilhan 6-1 6-4 6-2 e il rientrante Rafa Nadal non ha tentennato in un possibilmente difficile primo turno opposto al russo Južnyj, sconfitto 6-3 6-2 6-2. Vanno avanti senza perdere parziali Nishikori (contro un Almagro post-infortunio), Murray, Berdych e Raonic; Ferrer cede solo il primo set a Bellucci e Monfils rimonta da 0-2 a 3-2 il giovane e promettente connazionale Pouille. La sorpresa più rilevante è, tuttavia, l’eliminazione del seed #11 Ernests Gulbis per mano del diciottenne già idolo di casa Thanasi Kokkinakis: il suo successo per 5-7 6-0 1-6 7-6 8-6 fa intravedere già da questa stagione un futuro brillante per lui e ricco di soddisfazioni per l’Australia, che può sorridere anche pensando ai nomi di Kyrgios e Saville. Niente da stupirsi se fra quattro o cinque anni il Paese dei canguri possa tornare ad essere il favorito per la Coppa Davis.
Nella metà femminile vincono le sorelle Williams, Sharapova, Kvitová e la mina vagante Azarenka, futura protagonista del match di cartello del secondo turno (tra due ex numero 1) contro Caroline Wozniacki. Ma al di là di queste, l’Australian Open 2015 femminile ha già un record: undici teste di serie su trentadue eliminate al primo turno! Oltre alla sopra citata Pennetta, i nomi più altisonanti ad aver già salutato la competizione sono quelli delle serbe Ivanović e Janković, le russe Kuznetsova e Pavljučenkova, la Šafářová, la Suárez Navarro e la giovane Bencic, oltre al clamoroso strike delle tedesche Kerber, Petković e Lisicki. Il tabellone si apre e sognare una cavalcata come quella della Cibulková nella scorsa edizione è di nuovo lecito, anche per le italiane.