Magazine Diario personale

Auto-Referenziale

Da Mavironchi
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Così ti svegli certe volte a Milano: con la luce che entra dalla serranda abbassata, con il freddo che non ti punge uscendo dal portone e attraversando il cortile. Milano ti prende con il fumo che fugge da un comignolo e si tinge di sole nascente.


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Sempre più scie nel mio cielo: segni di un passato non proprio remoto. Pare che il cielo sia più pulito sulla città, almeno negli ultimi giorni.


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Pablo, il mio barista preferito, e un'amica affezionata del bar Re Fosco


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Re Fosco e le sue prospettive severe


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Giulia, 21 anni, studente di filosofia e modella: adorabile


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Dipartimento didattico


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Tanto da non vedere dove mettevo i piedi: il sole negli occhi. Sulla sinistra, contro il muro dell'edificio, c'era il signore con la fisarmonica e ho chiuso gli occhi e ho pensato a quanto era bello andare senza dover guardare.

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Uno dei primi ricordi che ho: una girandola acquistata in uno dei soliti viaggi folli in giro per l'Europa con l'automobile. Forse era in Francia o forse in Olanda o in Belgio...non so. Ricordo che era dei colori dell'arcobaleno e che girava forte mentre correvo in un campo in fiore. Ricordo quando l'abbiamo portata a casa e ricordo che per diversi natali doveva essere rimasta in un vaso tra il soggiorno e l'ingresso perchè mi pare che mi ci imbattessi ogni volta che correvo furtivamente sotto l'albero di natale per sbirciare i doni. Quel primo gioco dal sapore incantato è finito vittima di mio nonno, il quale aveva bisogno di uno spaventa-passeri: così la girandola arcobaleno è diventata un bastone dalle pale pallide, sbiadite e sbeccate.

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Riflessi(oni) sul tram


Auto-referenziale: il problema.
Anche questo primo mese di questo nuovo anno sembra essersi per metà svolto e il sole che illumina la città fa credere la primavera più vicina del previsto.D'altro canto, è semplice vedere anche questo inverno svanire, un impegno dopo l'altro.
Con tutto il viaggiare che ho sperimentato tra dicembre e gennaio ora avrei proprio voglia di fermarmi a Milano, per un periodo lungo quanto questo nascosto inverno. Passerei le giornate camminando tra mura e ombre, in cerca di foglie non ancora cadute. Metterei un piede davanti all'altro, muovendo appena la caviglia per aderire meglio all'irregolare  pavimentazione. Con gli occhi socchiusi frugherei il mondo di quelle vie silenziose e me ne tornerei a casa per bere un thè, guardando il mare fuori dalla finestra della mia casa, che sembra una nave.
Invece non sono a Milano.

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