Magazine Psicologia

Autoconoscenza: psicologia o religione? 1 parte

Da Psychomer
By
Maurizio Mazzani
luglio 22, 2010Posted in: psicologia clinicaAutoconoscenza: psicologia o religione? 1 parte

Perché autoconoscenza?
Il motivo è semplice, il percorso dell’esistenza è un cammino dalle più svariate sfaccettature, ognuno di noi affronta la sua realtà con la convinzione di essere al centro del proprio divenire. Ma spesso questo non avviene o addirittura avviene il contrario, le nostre costruzioni di come siamo e di come è il mondo sfuggono il più delle volte all’obiettività della visuale comune.
Il nostro punto di vista egocentrico c’impedisce spesso di cogliere la realtà in modo più oggettivo, dunque più razionale e funzionale.
Il nostro divenire è ancorato al soddisfacimento dei propri bisogni e desideri, avere più conoscenza di se stessi e del mondo, offrendoci superiore previsione, ci consente una maggiore probabilità per il raggiungimento dei propri obiettivi.
La conoscenza ha tale capacità, e conoscere se stessi è il percorso per eccellenza che conduce ad una vita migliore.
Comprendere le nostre costruzioni fondamentali, i nostri sistemi di credenze, le nostre convinzioni, le nostre emozioni, rappresenta una maggiore sicurezza e in pari tempo una maggiore possibilità per l’ottenimento di ciò che ambiamo, quindi maggiore probabilità di felicità.
Ma cos’è dunque, un aumento conoscitivo in direzione dell’autoconoscenza?… semplicemente capire:
- come e perchè pensiamo in un certo modo?
- come ci siamo costruiti il nostro filtro di convinzioni?
- qual é il nesso tra le nostre elaborazioni mentali e le emozioni che viviamo?
- perchè proviamo un’emozione e non un’altra?
- perchè di fronte ad un determinato evento ne fuggiamo o lo affrontiamo?
- come si posiziona all’interno di questo mentalismo razionale ed emotivo, la risultante comportamentale?
Inoltre,
- quali sono gli errori cognitivi più usuali?
- che utilità ha il nostro linguaggio interiore?
- l’uso della metafora e dell’analogia è d’indiscussa utilità, ma quand’è che diventa fuorviante contribuendo a falsare la comunicazione in atto?;
- l’incoerenza, quando prevediamo gli eventi esterni ed interni, c’è di aiuto o semplicemente é una modalità disperata per avere più previsione quando il sistema che l’attua è ormai diventato profondamente insicuro, per cui usa tutti i sistemi pur di riacquistare una certa sicurezza, anche se ciò rappresenta autoinganno?
- a cosa servono i pregiudizi, se non a crearci un’immagine precostituita ed economica del mondo, come risposta al solito bisogno previsionale?
Pensare vuol dire conoscere, dunque:
- come avviene il processo di conoscenza?
- perchè diamo importanza agli eventi in maniera differente da altre persone?
- perchè catturiamo solo una parte di realtà, quella a noi collegata emotivamente? ecc.
Dedichiamoci dunque, a conoscere se stessi, dirigiamoci all’autoconoscenza diventando consapevoli dei meccanismi che guidano la nostra esistenza, potremo così muoverci più rapidamente nella nostra realtà e produrci con più competenza, quelle esperienze utili al cambiamento costruttivo.
Il punto però, è avere la consapevolezza di migliorarsi, di crescere e di riconoscere che la dimensione di ognuno di noi ha una valenza prettamente egoica e distorcente.
Tale realtà fa si che ogni nostro comportamento, ogni nostro pensiero sia paradossalmente, proprio organizzato alla difesa di tale dimensione.

…continua…

Ti potrebbero anche interessare:

E' uscito l'eBook sul DISIMPEGNO MORALE! Scaricalo GRATISMovimenti corporei, memoria ed emozioni...Ecco perchè non piacevo ai professori!Corsi online di psicologia

About the Author

Autoconoscenza: psicologia o religione? 1 parte
Maurizio Mazzani psicologo-psicoterapeuta. Guarda il mio profilo completo sulla pagina "chi siamo".

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog