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Automata: gli spagnoli e i robot

Creato il 05 marzo 2015 da Postscriptum

Automata è un termine spagnolo che può facilmente essere tradotto in italiano con automa oppure robot. E robot è un termine che viene dal termine ceco robota che vuol dire, per estensione del concetto, servo. Automata è anche il titolo del film con cui esordisce alla regia lo spagnolo Gabe Ibanez.

Il film dovrebbe configurarsi come un thriller fantascientifico con chiari riferimenti alla letteratura di genere targata Asimov o Dick, Io Robot e Blade Runner per capirci, e allo stesso tempo lontano dai canoni con cui altri registi americani hanno trattato il tema. Ciò vuol dire niente esplosioni e pochissime tra sparatorie e scazzottate, e qui dovrebbe partire un applauso per tutta la crew di Automata per essere riuscita ad evitare i clichè nel meno originale tra tutti i film di fantascienza.

Automata: gli spagnoli e i robot

Il lavoro di Ibanez non fa certo dell'originalità il suo punto di forza ma se è per questo nemmeno del casting, della sceneggiatura e della caratterizzazione dei personaggi ma c'è comunque del buono. Ci arriveremo con un po di pazienza.

Il mondo è diventato un immenso deserto a causa di alcuni fenomeni solari che hanno distrutto tutti gli ecosistemi viventi; l'umanità si è arroccata in una città congestionata, inquinata e battuta da frequenti piogge acide. Gli uomini hanno imparato a sopravvivere grazie ai robot creati e riparati da una grossa azienda che gestisce tutta la tecnologia in essi contenuta.

Automata: gli spagnoli e i robot

Jacq Vaucan è un agente assicuratore di questa azienda e si occupa di verificare che i vari droidi non infrangano i due protocolli che hanno impiantati nella loro intelligenza artificiale

1) Un robot non può causare danno o morte a nessun essere umano

2) Un robot non può ripararsi o sostituire da solo parti del suo corpo

Ve l'ho già detto che l'originalità non è di casa. Vero?

Automata: gli spagnoli e i robot

E per seguire un copione già battuto avviene che si cominci a sospettare che alcuni robot violino tranquillamente il secondo protocollo così Jacq è costretto a perseguire un'indagine che lo porterà a scoprire qualcosa che non immaginava.

Lui solo però perchè noi sappiamo già cosa scoprirà. Non è vero?

Vabbè, fatto sta che seppur valido nelle intenzioni (e ne parleremo dopo) questo Automata riesce a toppare in ogni altro aspetto.

Non vorrei essere ripetitivo ma la cosa più fastidiosa è l'originalità totalmente assente dalla trama: abbiamo visto diverse volte questo schema narrativo e questo tipo di storia e non posso credere che nel 2015 non si possa avere un guizzo o un'idea che non sia già stata propinata in ogni salsa conosciuta dall'uomo.

Seconda nota dolente è il casting. Antonio Banderas deve fare il Mariachi e basta. Non li può fare i film dove conta l'espressività e l'empatia con lo spettatore perchè non ne è capace; tantomeno se gli si mette accanto una compagna che è espressiva quanto un comodino IKEA. Per non parlare di Dylan McDermott poi. Comunque c'è anche da dire, a parziale scusante dell'intero cast del film che chi ha scritto questi personaggi ha proprio saltato di netto la caratterizzazione psicologica. Se prendevi dei cartonati con il volto degli attori e li appiccicavi alla pellicola risparmiavi una bella sommetta. Ed ecco che in questa piattezza generale il personaggio che risulta più espressivo e più dinamico è Cleo, una robot che ha la faccia di plastica e non può cambiare espressione. Pensate un pò. Il fatto è che non si può non amare Cleo dal primo minuto che la si vede. A me ha fatto lo stesso effetto di Johnny 5 in CortoCircuito: ho tifato per lei in modo spudorato per tutto il film.

Automata: gli spagnoli e i robot

La sceneggiatura di Automata è stata chiaramente scritta in un caseificio della Svizzera perchè buchi così grossi ci deve essere voluta una certa arte per farli. Giusto per capire senza spoilerare troppo: se mi fai vedere un supercervello robotico che surclassa quello umano sotto ogni aspetto poi lo voglio vedere all'opera; se una zona è radioattiva lo sarà per tutti non solo per chi se ne accorge e mi fermo qui perchè dovrei raccontare ogni scena per elencare le voragini che ci sono in questa sceneggiatura.

Dulcis in fundo il finale. Ora, capisco che il messaggio del film arriva 15 minuti prima della fine e che per dovere bisogna metterci la sparatoria ma che almeno questa sia verosimile; non mi fate vedere gente che un secondo prima ha la mira di un cecchino e il secondo dopo non riesce a colpire un bersaglio a un metro e mezzo da lui. Per non parlare del solito cattivone che si deve perdere in spiegoni lunghissimi oppure che deve giocare con la preda finchè non arriva l'eroe di turno che lo percula a dovere.

Ci sono delle cose che però mi sono piaciute molto di questo film.

Automata: gli spagnoli e i robot

In primo luogo il design della tecnologia e dei robot in particolare. Uno pensa che in un film ambientato nel futuro bisogna avere una tecnologia assurda e quindi cellulari superpotenti e robot che sembrano umani invece in Automata la scelta è stata di utilizzare delle apparecchiature futuribili ma non inventate: i cellulari sembrano dei cercapersone, non ci sono gli schermi ma ci sono le proiezioni olografiche che hanno un livello di dettaglio schifoso e poi ci sono i robot che sono goffi, tozzi e lenti come quelli che si vedono nei laboratori giapponesi. Aiutano l'uomo nei lavori più difficili e soprattutto a sopravvivere in un ambiente ostile ma non sono androidi umanoidi indistingubili dalle persone ma piuttosto macchine belle e buone. A parte uno, e non vi posso dire quale, che ha un design di merda.

Altra cosa che mi è piaciuta è il messaggio che seppur non sia originale (come vi sarete stancati di leggere ormai) è articolato bene e arriva al succo della questione senza giri di parole: un giorno una scimmia decise di scendere dall'albero e così, dopo milioni di anni, apparve l'uomo; allo stesso modo un giorno un robot decise di ripararsi da solo la gamba e così, dopo poche settimane, i robot impararono a migliorarsi. Non c'è un piano di conquista del mondo da parte delle macchine e nemmeno la volontà di rivalsa nei confronti degli umani che li hanno schiavizzati da sempre: brama di potere, risentimento e vendetta sono schemi mentali umani che non esistono nelle sinapsi di una mente superiore.

Automata: gli spagnoli e i robot

Se consiglio di andare a vedere Automata? Certo che si perchè ognuno deve decidere con la sua testa e non attraverso le recensioni di un qualsiasi stronzo che, preso dall'insonnia, il mercoledi notte non ha niente di meglio da fare che riempire il suo blog.

Adesso però vado che mi sta chiamando Cleo.

Tags: Automata


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