Autonomia, autorealizzazione e motivazione lavorativa

Da Psychomer
by Maria Concetta Antelmi on settembre 30, 2011

Affronteremo in questo articolo l’autonomia e l’autorealizzazione, divenute oggi dei bisogni essenziali, necessari per non cadere nell’insoddisfazione e (nelle situazioni più serie) nei ben più gravi stati depressivi. Queste sono infatti componenti fondamentali  nella motivazione al lavoro e, più in generale, nella conduzione della vita.

La motivazione è la forza che spinge l’uomo ad  agire per ottenere tutto ciò di cui ha bisogno.

La motivazione primaria riguarda i bisogni fisiologici come: fame, sete, sesso etc.; mentre la secondaria riguarda concetti o schemi mentali come: modelli sociali, affettivi, religiosi etc. di tipo psicologico-cognitivo. Per definire quali siano gli elementi che governano la motivazione sono state formulate numerose teorie.

Uno dei maggiori studiosi dei bisogni umani è stato Maslow, che nel1954, li ha divisi in 5 gruppi. Secondo questo schema l’individuo si realizza passando per i vari stadi, che devono essere soddisfatti in modo progressivo.

L’essenzialità di questi è rappresentata dalla loro segnalazione nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

La scala presentata è internazionalmente conosciuta come, “La piramide di Maslow“:

  • bisogni fisiologici: mangiare, dormire, respirare, strettamente legati alle funzioni corporee;
  • bisogni di sicurezza: sicurezza fisica, occupazione morale, famigliare, di salute e di proprietà;
  • bisogni di appartenenza e di amore: corrispondono all’esigenza di sentirsi parte di un gruppo, di dare e ricevere amore;
  • bisogni di riconoscimento e di rendimento: indicano l’esigenza di essere riconosciuti come persone capaci, di sentirsi meritevoli e competenti; detti appunto di stima, prestigio e successo;
  • bisogno di autorealizzazione: viene soddisfatto quando una persona riesce a sviluppare in pieno le proprie capacità.

La soddisfazione di questi è costituita dall’indipendenza e dall’autonomia.

Queste motivazioni come si connettono alla sfera lavorativa?

La motivazione al lavoro è principalmente dettata da tre fattori:

  • incentivi economici: si sceglie un lavoro per il guadagno che ne consegue, in modo da avere avere una certa autonomia. La teoria monistica di Taylor parla di partecipazione ai profitti e partecipazione al risparmio (da parte dei lavoratori). Questi sistemi, detti monastici, sono rivolti a garantire che ogni lavoratore impieghi sul lavoro tutte le sue energie al fine di mantenere ed incrementare la produttività. Aumentando la produttività infatti, il lavoratore, può aumentare il proprio stipendio, riuscendo così ad aumentare la propria autostima ed il proprio status.
  • bisogno di affiliazione: si sceglie un lavoro per potere stare con altre persone, sentirsi parte di un gruppo, sentirsi accettati;
  • bisogno di autorealizzazione: attraverso il proprio lavoro si esprimono le proprie attitudini e passioni, si cresce sia a livello professionale che personale.

Quindi: l’autonomia da uno stipendio, ossia indipendenza economica dai propri genitori e l’autorealizzazione ci fa sentire soddisfatti del nostro operato.

Questo discorso meriterebbe un approfondimento ben più ampio, ma è utile a dimostrare come come queste siano due motivazioni fondamentali per la sfera lavorativa.

Oggi purtroppo autonomia e autorealizzazione non vanno però sempre a braccetto, per la crisi, per la fuga di cervelli, per l’instabilità lavorativa e chi più ne ha più ne metta… ciò che possiamo fare è continuare a cercare, lottando per un lavoro migliore.


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