Cari lettori di Alice, nei prossimi articoli vi parlerò di autoproduzione di saponi e detersivi, ma il mio primo articolo deve essere obbligatoriamente teorico.
Lo so, se si parla di autoproduzione fremono le mani, c’è voglia di sperimentare e di mettersi ai fornelli. Non temete, nel corso del tempo vi darò tantissime ricette. Non c’è limite a quello che si può sperimentare, collaudare, ma soprattutto imparare.
In questo articolo però voglio innanzitutto parlarvi della differenza fra i detersivi e saponi industriali, e quelli homemade.
Prima di tutto voglio soffermarmi brevemente su ciò che gira INTORNO al prodotto che acquistiamo. Provate a visualizzare le lunghissime corsie dei supermercati, straripanti di centinaia di flaconi diversi. Moltiplicate le corsie del vostro supermercato per le centinaia di supermercati delle varie città. Otterrete la visione di un esercito sterminato di plastica, e avrete un’idea dell’energia e dell’acqua che serve per produrre questi flaconi, per trasportare i prodotti, e soprattutto per smaltire i flaconi.
Quindi, il primo passo per diminuire l’impatto ambientale è senza dubbio quello di fare attenzione alla raccolta differenziata. E, se alla fine di questo articolo non sarete convinti di provare ad autoprodurre i detersivi, provate a scegliere almeno flaconi in plastica riciclata o, meglio ancora, alla spina.
Ma ora, abbandoniamo l’involucro esterno del prodotto che stiamo idealmente acquistando, e concentriamoci sulla sua sostanza. I detersivi industriali sono composti principalmente da TENSIOATTIVI. I tensioattivi hanno il compito di abbassare la tensione superficiale dell’acqua. Le sue molecole si dividono in lipolife (che si legano allo sporco) e idrofile (che si fanno sciacquare via dall’acqua). Fino a qualche tempo fa la maggior parte dei tensioattivi veniva ricavata da derivati poco costosi del petrolio. Poi, con l’aumento del costo del petrolio e con l’aumentata sensibilità e consapevolezza dei consumatori, i produttori hanno cercato tensioattivi derivati dall’olio di palma e dall’olio di cocco. Sicuramente questi due tipi di tensioattivi sono meno dannosi per la nostra pelle, ma difficilmente nel prodotto finito ci saranno solo tensioattivi completamente vegetali; anche se nell’etichetta sarà presente la dicitura “con tensioattivi di origine vegetale”, infatti, la materia prima di origine vegetale verrà nella maggior parte dei casi trattata chimicamente e addizionata con molecole di sintesi per una percentuale che potrà variare dal 30 al 70%. L’aspetto disastroso per quanto riguarda questo tipo di tensioattivi è l’enorme impatto ambientale. Foreste rase al suolo, riduzione della biodiversità, animali uccisi e popolazioni costrette ad emigrare.
Non mi soffermo sugli altri componenti dei detersivi, tutti più o meno inquinanti: sequestranti, sbiancanti ottici, candeggine. Tutti elementi che possono essere tranquillamente e degnamente sostituiti da ingredienti di facile reperibilità: aceto, bicarbonato, soda, cenere. Le nostre antenate, in fondo, non vivevano benissimo anche facendosi i detersivi da sole?
E poi, c’è lui. Il SAPONE. L’antenato di tutti i detersivi, colui che svolge la stessa funzione che svolgono i tensioattivi nei detersivi industriali. Anche il sapone infatti ha, come spiegato prima, una parte lipofila e una idrofila.
Fare il sapone in casa è più facile di quel che si pensa. Ed è divertente, soddisfacente, istruttivo.
Se volete provare, potete dare una sbirciatina a questo link
Il sapone di Marsiglia potrà essere il punto di partenza per l’autoproduzione di tutti i detersivi di cui avete bisogno: basterà infatti scioglierlo, diluirlo e aggiungere pochi ingredienti naturali a seconda dello scopo del prodotto che volete ottenere.
Potrete dire addio ai pruriti che possono causare i detersivi industriali, alle allergie e ai raffreddori che spesso sono provocati dai profumi sintetici. Ma soprattutto non dovrete più gettare negli scarichi prodotti corrosivi, velenosi e inquinanti per le falde acquifere, come chiaramente riportato dalle etichette dei flaconi.
Non dovrete più smaltire decine e decine di flaconi e finalmente, oltre alla casa, potrete dire di avere anche la coscienza pulita!
Chi è Sonia Spigariol
L'autoproduzione è poi diventata una piccola mania. Ove possibile, preferisco farmi da sola le cose, invece che scegliere dagli scaffali tutti uguali dei supermercati. Mi piace coltivare l'orto e portare a casa quello che mi regala...
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