Autopubblicazione, sì o no?
L’autopubblicazione della propria opera letteraria tramite l’ausilio di internet è un fenomeno sempre più diffuso. Ottenere, però, guadagni e successo richiede ancora fatica, impegno e una buona dose di fortuna.
Di Silvana Calcagno – TempoVissuto.it
Proust, Svevo, Moravia hanno cominciato pubblicando a proprie spese quelli che sono diventati capolavori riconosciuti della letteratura mondiale. Oggi quando si parla di autopubblicazione, o self-publishing, si intende qualcosa di molto diverso rispetto al passato e a giocare un ruolo fondamentale è, tanto per cambiare, Internet.Siti come il popolarissimo Amazon, in America, o Lulu e Ilmiolibro in Italia, permettono, nel giro di poche settimane, di pubblicare la propria opera e venderla, in cartaceo o sottoforma di ebook. I costi sono molto più contenuti rispetto a quelli previsti dall’editoria tradizionale e gli eventuali guadagni molto più elevati. L’autore può scegliere il prezzo di vendita del suo libro e modificarlo in ogni momento. Secondo il sito Lulu.com gli ebook più venduti sono quelli il cui costo oscilla tra i 0.99 cent e i 2.99 euro, con un risparmio non indifferente anche per i lettori. Riguardo al cartaceo è possibile il print on demand, cioè la stampa di copie del libro solo se richieste. I proventi sul diritto d’autore, inoltre, vanno quasi tutti allo scrittore, che può disporre della sua opera senza i vincoli imposti dalle case editrici.
Chi decide di autopubblicare il proprio libro ha la possibilità di scegliere liberamente lo stile della copertina e dell’impaginazione e non subisce interventi editoriali sul proprio testo, spesso ritenuti eccessivamente invasivi.
Il recente “fenomeno Hocking” ha dato una grande speranza a chi si vuole affidare all’autopubblicazione. Amanda Hocking, giovane scrittrice americana, dopo aver subìto il rifiuto da parte di molte case editrici del suo romanzo, Switched – Il segreto del regno perduto, ha deciso di provare il self-publishing proposto da Amazon. Nel giro di poco più di un anno, la Hocking è riuscita a battere tutti i record, raggiungendo i 2 milioni di copie vendute, una cifra impressionante. Il suo successo strepitoso pare sia stato determinato dal passaparola tra gli utenti di Amazon. Ma la scrittrice ha affermato che ottenere un tale risultato non è stato per niente facile: si è dovuta occupare giornalmente della promozione e pubblicizzazione del suo libro su siti, forum, blog e social network adeguati. Un lavoro talmente spossante che alla fine l’autrice ha capitolato e si è affidata alle case editrici tradizionali.
Come ogni cosa, infatti, anche l’autopubblicazione mostra un “rovescio della medaglia”. Il problema maggiore è quello di ottenere la fiducia del lettore: bisogna combattere il pregiudizio (non sempre infondato) che chi si autopubblica, lo fa perché propone un’opera di scarsa qualità artistica. Superare questo scoglio è più difficile in un Paese come l’Italia, in cui il mondo dell’editoria digitale è ancora arretrato e visto con diffidenza dalla maggior parte dei lettori.
Un altro rischio da non sottovalutare è quello del plagio. Spesso, infatti, i siti che permettono la pubblicazione di ebook non hanno norme rigide per la tutela del copyright e capita che romanzi con lo stesso contenuto vengano venduti cambiando titolo e nome dell’autore.
In sostanza, nulla piove dal cielo e, anche se si decide di optare per l’autopubblicazione, prima di guadagnare, la strada è lunga: è necessario avere una buona dose di fortuna, la voglia di impegnarsi a tempo pieno nella promozione del proprio libro, oltre alla non scontata capacità di saper produrre un’opera letteraria di qualità.