Internet e fumetti: gli autori nell’era social era un articolo che cercava di analizzare il rapporto che scrittori e disegnatori di fumetti hanno instaurato con la Rete, sotto il profilo della comunicazione e del rapporto con i propri lettori.
Abbiamo deciso di proseguire quel discorso interpellando i diretti interessati, in una serie di interviste volte a riflettere sui diversi utilizzi del web da parte degli addetti ai lavori del mondo del fumetto.
Francesco Artibani nasce a Roma nel 1968. Inizia a collaborare con la Disney nel 1991, sceneggiando numerose storie per “Topolino”, PKNA, PK2, MM, “X-Mickey”, “Witch”, “Kylion” e “Monster Allergy”.
Fuor di Disney ha scritto storie per “Lupo Alberto” e due miniserie per la Marvel. Ha inoltre collaborato in qualità di sceneggiatore, supervisore e story editor con alcuni cartoni animati italiani quali “Lupo Alberto”, “Sopra i tetti di Venezia”, “Tommy & Oscar” e il recente “Le straordinarie avventure di Jules Verne”.
Dopo una pausa dal fumetto Disney di alcuni anni, dal 2011 è tornato su “Topolino”, creando storie di rilievo come Moby Dick (disegni di Paolo Mottura), “Zio Paperone e l’ultima avventura” (disegni di Alessandro Perina), “Topolino e la promessa del gatto” (disegni di Giorgio Cavazzano) e, a luglio 2014, Potere e potenza, la storia che segna il ritorno di PK nelle edicole italiane.
Perché “esistere sul web” è una cosa utile e/o importante per un autore di fumetti del 2014? E come va sfruttata la potenzialità della Rete perché sia fruttuosa?
In occasione del ritorno di PK sulle pagine di Topolino nello scorso mese di luglio, hai utilizzato il web come cassa di risonanza mediatica, condividendo su Facebook ogni contenuto relativo alla tua storia apparisse sul web e rispondendo a tutti quelli che ti scrivevano.
Come sei uscito da quel mese così impegnativo sotto il profilo delle “pubbliche relazioni online”? Quest’esperienza “intensiva” ti ha insegnato qualcosa di nuovo sulle dinamiche relazionali del web 2.0?
È stato solo volantinaggio 2.0, un’alternativa tecnologica ai depliant infilati nella buca delle lettere o sotto i tergicristalli delle auto in sosta. Mi sono divertito molto a diffondere ogni possibile notizia attraverso il mio profilo Facebook e ne sono uscito un po’ stanchino ma soddisfatto. Allo stesso tempo, in questo caso preciso, non credo di aver appreso qualcosa di realmente nuovo sulle dinamiche relazionali 2.0. Ho potuto sperimentare la portata considerevole del passaparola sulla Rete – ma con un progetto come PK si partiva avvantaggiati perché esisteva già un pubblico e l’attesa era grande (e c’era un gadget di grande richiamo).
Sempre per quanto riguarda l’evento pikappico, parte di esso consisteva nel sondaggio presente sul sito di Topolino per decidere il destino della Ducklair Tower. In più occasioni hai rivelato che l’idea è tua e di Lorenzo Pastrovicchio, per sfruttare la Rete come mezzo di coinvolgimento dei lettori. A cose fatte, possiamo tirare le fila per capire se il popolo del web ha risposto bene all’operazione? Le reazioni e i loro toni sono quelli che ti aspettavi di ottenere?
Da qualche tempo hai scelto di non partecipare più attivamente ai forum tematici relativi al fumetto Disney, di cui sei autore, e sulla tua pagina Facebook a volte critichi alcune tendenze che si creano nelle discussioni da forum.
Qual è il ruolo di queste realtà del web, dunque? Sono uno strumento utile per tastare gli umori del pubblico oppure sono solo un luogo di chiacchiericcio?
Intervista rilasciata via mail il 7 settembre 2014.