«No, è una ricerca continua. Ho cominciato a riflettere sulle potenzialità dell' autoritratto da una decina di anni. E sono convinta che sia molto di più di una tecnica. Guardarsi è imparare a conoscersi. Ma è imparare a guardarsi che è dura». L' autoritratto come terapia, dunque? «Esatto. Ecco perché dico che "fotografare è raccontare il vero". L' autoritratto permette di scandagliare aspetti di noi stessi che non conoscevamo. Sa che la stessa, apparentemente semplice, operazione di guardarsi allo specchio ci costa tanta fatica? Non ci osserviamo facilmente. Abbiamo paura del nostro viso. Dobbiamo vincerla».
Quanti fotografi non amano le proprie auto-fotografie?