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Autoritratto con pelliccia di Durer e il nuovo ruolo dell'artista

Creato il 15 gennaio 2016 da Artesplorando @artesplorando

Autoritratto con pelliccia di Durer e il nuovo ruolo dell'artista

Albrecht Durer, autoritratto con pelliccia

Come promesso a voi lettori nella community di Facebook (qui), vado a illustrarvi il ritratto più votato nel sondaggio. Quest'opera segna un po' la fine del viaggio attraverso il ritrattismo che insieme abbiamo compiuto ed è curioso che si tratti proprio di un autoritratto.L'Autoritratto con pelliccia di Albrecht Durer, realizzato all'età di ventotto anni (come ci dice l'iscrizione in alto a destra), sottolinea in maniera straordinaria il ruolo assunto dall'artista nel corso del Rinascimento.
Si tratta di un dipinto a olio su tavola (67x49 cm) datato 1500 e conservato nell'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera.
Il pittore si raffigura frontalmente e guarda lo spettatore dritto negli occhi. I suoi capelli, ricci e lunghi sulle spalle, cadono perfettamente divisi in due parti uguali. La posizione del busto, così rigida e frontale, secondo molti rimanda alle raffigurazioni tardo medievali di Cristo. Lo stesso artista sembra aver ingrandito i propri occhi che in realtà, come si vede in altri autoritratti, erano più sottili e a mandorla. 
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Il gesto della mano che si muove a chiudere la giacca, potrebbe imitare il gesto di benedizione del Salvatore. Non si è in realtà ancora stabilito se si tratti di una Imitatio Christi, oppure se, rifacendosi al pensiero di Pico della Mirandola e di Marsilio Ficino, Durer intendesse evidenziare il ruolo di creatore attribuito all'artista da questi due filosofi.
Ma se seguiamo l'interpretazione dell'imitazione del creatore c'è un aspetto che non quadra: nel trattato medievale, molto diffuso all'epoca, De Imitatio Christi, si parla di modestia e umiltà. Aspetti che non ritroviamo nel pretenzioso abito con il collo di pelliccia. Probabilmente tutto ciò è dovuto al fatto che in seguito al suo primo viaggio in Italia, tra il 1494 e il 1495, Durer aveva notato di quale considerazione godessero gli artisti italiani e, di conseguenza anche lui, rifiutando d' essere giudicato un semplice decoratore, desiderava innalzarsi allo stello livello di un gentiluomo ricco. E come tale si raffigurò.
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Credo quindi si possa dire che quest'opera, segni decisamente il cambiamento di status sociale che gli artisti conobbero tra XV e XVI secolo, diventando un manifesto per affermare la propria importanza.Strizzando l'occhio anche alla vanità condita da un pizzico di egocentrismo.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000

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