l'ultima giornata di SuperRugby in terra sudafricana riserva un paio di incontri molto caratteristici di rugby sublimemente offensivo, senza tregue e a dei ritmi che in Europa non siamo abituati, con un livello di fisicità inaudito, quasi intimidatori, assolutamente centrati sullo spazzar via ogni ipotesi di "trattativa" diciamo così, di compromesso nei punti d'incontro; come quegli incontri di boxe in cui i pugili se le danno tutt'e due di santa ragione dall'inizio alla fine. Tra le bòtte e le mete poi, spunta anche qualche sorpresa.- Bulls 23 - 26 Sharks
Due mete, due trasformazioni e tre punizioni per parte, alla fine la differenza e la sorpresa della vittoria esterna nella gara spareggio per l'ultimo posto disponibile ai playoff la fa un drop, centrato all'ottavo minuto da Fredrick Michalak apertura titolare dopo il convincente esordio della settimana precedente. E a uno verrebbe da dire, un drop, come nelle migliori finali in Europa ...
Nulla di tutto questo: la partita è veemente e violenta ma correttissima (zero cartellini gialli), giocata a mille all'ora con dei Tir lanciati in percussione da una parte e dall'altra tra scrambling defense arrembanti, in uno spettacolo d'altissimo livello veramente sudafricano. Il risultato è un continuo equilibrismo mortale e mai stabile, vinto meritatamente dalla squadra in trasferta che ha giocato la partita perfetta, la sua più bella in stagione. Soccombono i campioni in carica, autori di una partenza di stagione deficitaria ma poi autori di un recupero splendido: proprio sul più bello.
Sono sempre gli Sharks del tutto privi di ogni timore reverenziale a detenere il pallino del gioco per tutta la gara, sostanzialmente imponendole un ritmo altissimo: sono più violenti e determinati nei punti di incontro, con la terza linea Keegan Daniels, Jean Deysel e Ryan Kankowski a prevalere di un microsecondo e un kilowatt sui dirimpettai Stegmann-Pogieter- Spies. E' quanto serve e basta, se aggiunto alla prima linea titolare Springboks Tendai Matwarira più Bismark& Jean Du Plessis (con capitan John Smit a far da rilievo a The Beast nel tardo secondo tempo) che vengono contenuti dalla prima linea Bulls e soprattutto ai due in seconda Mostert (un ex Lions) e Heargreaves, che in aria e nella mobilità in campo mettono in crisi i più quotati Matfield e Botha, che prediligono ritmi più "adeguati". Non c'è un ovale avversario che non tentino di rallentare, non c'è una apertura di Francois Hougaard e di Morne Steyn lasciata tranquilla. Dall'altra parte, Charl McLeod e Michalak impongono le cadenze più elevate che possono e il secondo si diverte a illuminare di fantasia pedestre il Loftus Versfeld, abituato a spettacoli al piede di alto livello ma più "concreti"; comunque lo fa solo dopo aver centrato quel drop d'introduzione ai lavori, come a dire "mica siamo qui a pettinar le bambole". Patrick Lambie che gli ha lasciato il posto è rischierato estremo e partecipa molto con inserimenti e tentativi di lancio alla mano o al piede dei compagni, mentre sul fronte opposto Zane Kirchner tenta spesso lo sfondamento individuale: nel primo caso è ritmo, nel secondo è punto d'incontro, tentativo di controruk o alla peggio, gioco rallentato.
Dopo mezz'ora è 6-9, con Patrick Lambie e Steyn a calciare le punizioni: i Bulls reggono bene ma fan fatica a riprendere il pallino dalle mani degli Sharks.
I primi a guadagnarci dai ritmi altissimi sono i centri: Wynand Olivier e Jaco Pastorius lato Bulls si danno un grand affare ma sono Meyer Bosman e soprattutto Stefan Terblanche a scavare il primo solco: l'ex estremo, ora centro mobile alla Poitreanud, va in meta al 35', portando il risultato sul 6-16. Prima della fine del tempo entrano però in scena le ali: non ancora Lwazi Mvovo e JP Pietersen degli Sharks ma il duo Bjorn Basson (impressionate la sua velocità: ricorda il giovane Habana) e Gehrard van den Heever, che va in meta prima dell'intervallo: è 13-16, i Bulls paiono sorpresi dal ritmo e inseguono, ma sono lì.
Nella ripresa è tutto un correre senza sosta per tutto il campo, con scontri epici nei punti d'incontro, offload come se piovesse e controruck ogni volta che si può; Basson si rende protagonista di un fugone sulla sinistra dell'attacco così veloce da isolarsi completamente, e di un recupero su una incursione dei neri da chiedersi ancora com'abbia fatto. Al 51' Steyn pareggia ma gli Sharks continuano a menare le danze; dopo cinque minuti ci pensa Michalak a ripristinare i tre punti di vantaggio prendendosi la responsabilità anche dei piazzati. La meta decisiva per gli Sharks arriva al 73', quando Mvovo prende un lancio al piede perfetto di Michalak sul lato sinistro dell'attacco. Il francese piazza anche la difficile trasformazione. I Bulls non possono mollare, gli Sharks cambiano pochi uomini e tardi e difatti i padroni di casa rispondono con Francois Hougaard tornato al suo ruolo standard di ala col rientro in campo di Fourie Du Preez in mediana. Con la trasformazione di Mornè Steyn fa 23-26, siamo al 77' e basterebbe un piazzato o un drop, infatti in caso di pareggio si qualificherebbero i Bulls per il maggior numero di vittorie. Invece finisce qui, premiando la impostazione di gara spavalda, aggressiva, quasi sfacciata dei neri di Durban, venuti sull'Altipiano a dettare i ritmi a i maratoneti.
Il Sudafrica manda avanti una squadra capace di tenere un ritmo più alto ma perde l'esperienza dei campioni in carica e un quarto di finale casalingo: i Bulls si sarebbero qualificati al quinto posto per il numero superiore di vittorie, mentre gli Sharks finiscono sesti per la differenza punti inferiore a quella dei Waratahs.
Cheethas 34- 44 Stormers
Altra gara molto sudafricana tutta offensiva giocata viuulentemente a mille all'ora, una prova da Currie Cup più che da SuperRugby, inedita per la proverbiale difesa Stormers che non subiva quattro mete da chissà quando. Ma i Cheetahs in casa possono questo ed altro; in particolare possono dimenticarsi di difendere (a tre quarti gara avevano 22 placcaggi falliti e 54 fatti), consentendo la goleada di cinque mete ai tipicamente parchi Capetonians ma si rifanno in attacco, in particolare con l'ala Ryno Benjamin autore di una tripletta.
Per l'occasione rientra Peter Grant negli Stormers, nel primo quarto di gara è sfida tra lui e Sias Ebersohn dalla piazzola (6 pari), quando Gio Aplon estremo ospite s'invola in mezzo alla'alegra difesa di casa e marca meta personale. La trasformazione di Grant e ulteriori penalty portano i Capetonians al tranquillo 6-19 del 37', quando il nr.8 dei Cheetahs Davon Raubenheimer finalizza la pressione del suo reparto allungano i suoi due metri fino alla linea di meta. Il primo tempo finisce 13-19, l'impressione pè che gli Stormers siano in controllo ma i Cheethas si vogliano divertire.
L'impressione è confermata: nel giro di dieci minuti nel secondo tempo, tra 47' e 57', gli Stormers guadagnano l'inutile bonus (gli basta la vittoria per avere la certezza della semifinale in casa) mandando in meta Juan De Jongh lanciato perfettamente dal compagno di reparto Jaque Fourie, con uno sfondamento centrale di Nick Koster che aveva rilavato il nr.8 Vermeulen, e con una meta di Bryan Habana, meritata per un paio di discese in velocità delle sue che aveva fatot vedere in precedenza. Per i Mielies era però già cominciato il Ryno Benjamin show: al 55' prendeva da equilibrista sulla linea laterale sinistra un bel calcio di Ebersohn, ritornando poi a visitare l'area di meta Stormers al 65' e al 77'. Nei minuti finali i Cheetahs provano a raggiungere il secondo punto di bonus che avrebbero meritato, a coronamento di una parte finale di stagione fantastica coronata dal 11' posto assoluto a pari punti coi Chiefs e davanti a Western Force, Brumbies, Lions (quel che più conta) e Rebels, ma perdono palla.
Gli Stormers già qualificati raggiungono il loro obiettivo del secondo posto assoluto, solo si grattano la testa chiedendosi che fine abbia fatto la loro super difesa. Tranquilli ci vien da dire, sono questi Cheetahs ad esser super in casa.
Alla luce dei risultati della 18' giornata, conclusiva della stagione regolare di SuperRugby, la classifica è la seguente:
1' Queensland Reds, Brisbane 66 punti;
2' Stormers, Capetown, 63 punti;
3' Crusaders, Christchurch, 61 punti;
4' Auckland Blues, 60 punti;
5' Waratahs Sidney, 57 punti, 10 vittorie, dp +146
6' KZN Sharks, Durban, 57 punti, 10 vittorie, dp +68.
Gli accoppiampenti e i campi per la fase finale che ne derivano sono i seguenti:
- Venerdì 24 giugno, h19.35 locali all'Eden Park di Auckland: Blues vs Waratahs
- Sabato 25 giugno, h19.35 locali al Trafalgar Park di Nelson, Crusaders vs Sharks.
Nelle semifinali, i Reds ospiteranno sabato 2 luglio a Brisbane la squadra vincitrice dei quarti di finale qualificatasi al posto più basso in stagione regolare, mentre gli Stormers ospiteranno a CapeTown nella stessa data l'altra vincente.






