
L'estate se n'è andata. Forse tornerà, giusto il tempo di cambiare i vestiti nell'armadio, farci credere che è davvero finita, e magari tornerà facendosi beffe di noi. O forse no, e stavolta sarà l'autunno ad arrivare in anticipo. Con l'incedere maestoso e teatrale che spesso lo contraddistingue, una tempesta l'ha portato fin qui decisamente prima del previsto. E devo ammettere che la sorpresa mi è stata gradita. Sentire l'aria pungente sul volto mentre cammino per le strade del mio paese, tirare fuori quel vecchio golf che da anni accompagna ogni cambio di stagione, lasciarsi sorprendere dalla voglia improvvisa di starsene a casa, a fare un dolce, due chiacchiere con le amiche, mentre il profumo di vaniglia e cioccolato pervade la cucina. Perciò, contrariamente al popolo dei vacanzieri, a chi ha prenotato le vacanze ora "perchè costano meno e si sta tranquilli", a chi se ne starebbe volentieri altre due settimane all'ombra di un ombrellone a sorseggiare mojitos, io sono entusiasta di questo autunno un po'prematuro: vento tra i capelli, sciarpe colorate, foglie secche che scricchiolano sotto stivali di gomma, pop-corn e maratona Sex and the City, colori settembrini, marmellate di fichi, passeggiate nei parchi con la punta del naso infreddolita ... Questa per me è una situazione anomala, mai in 26 anni di vita mi sono ritrovata felice della fine dell'estate, ma suppongo si tratti della scia lasciata da quello che mi piace chiamare "Mal di Finlandia", e suppongo anche che l'estate per me non sia mai realmente iniziata. Forse il prossimo anno mi ritroverò con un bisogno viscerale di calore, sole, sabbia tra le dita e odore di salsedine; ma fino ad allora, credo mi godrò il freddo, che tanto mi manca della città Bianca del Nord.