Pubblicato il 26 settembre 2011 da Bailing
I wore: dress, vintage bought in London; shoes, Prada; belt, Mango; Bagonghi bag, Roberta di Camerino; amethyst cocktail ring, from my mum; nail polish, Chanel Pirate.
Equinozio d’Autunno a Venezia per un delizioso cocktail ospite dell’Hotel Papadopoli del network Accor McGallery.
Fragranze d’Accoglienza. Ovvero un affascinante teatro sensoriale composto di esperienze gustative ed olfattive, tra fragranze preziose e spezie che evocano Paesi lontani, per celebrare al meglio l’arte del savoir vivre.
Sotto le spettacolari volte frondose del giardino d’inverno creato da Pietro Porcinai, accompagnati dalle note dell’arpa di Marianne Gubri, la prima suggestione: quella olfattiva.
I 12 sofisticati profumi di Histoires de Parfums: i femminili floreali, ambrati o agrumati come 1873, dedicato all’audace Colette o 1826, dedicato ad Eugénie ultima Imperatrice di Francia; i maschili profumati di ambra, bergamotto, liquirizia o legno di sandalo come 1725, dedicato al veneziano Giacomo Casanova; o ancora la Trilogia di Tuberose, e le acque emozionali: violetta bianca, patchouli e peonia verde (il mio preferito!).
Per stuzzicare il palato il sushi-show cooking di Sosushi con deliziosi maki e tartare mediterranee, accompagnati da calici di bollicine o succo di zenzero.
A fare da cornice al buffet i rampicanti del giardino d’inverno, i sontuosi lampadari di Murano e la delicata scenografia luminosa di Molo Design, con i suoi leggerissimi complementi d’arredo in carta di riso.
Dopo il finger food, delicato omaggio alla cultura giapponese, il percorso sensoriale prosegue con un rituale millenario ed affascinante: quello del tè, raccontato dalla tea taster Eleonora Murdaca di L’Emporio del tè.
Miscele di tè neri e verdi, provenienti dalla Cina e dal Ceylon dai nomi evocativi (Segreto del Tibet, Profumo d’Autunno, Notti d’Oriente…) e dalle inebrianti fragranze floreali o speziate.
E infine l’Oblio e le antiche alchimie di Albergian con l’assenzio e i ricercati Ratafià.
Avete mai assaggiato la Fée Verte dei Poeti Maledetti? Il metodo classico di preparazione vuole l’assenzio louche, ovvero opacizzato e diluito con l’aggiunta di acqua ghiacciata e zucchero. Ma ormai prevale ovunque l’alternativa flambé (detta anche bohémien), portata in auge da film come Moulin Rouge o From Hell e molto più scenografica.
Sullo sfondo di questa magica serata Venezia, le calli deserte (solo di notte la città, ormai sciupata e deturpata da orde di turisti e quintali di paccottiglia, conserva un po’ dell’antico fascino), la quiete dei Giardini Papadopoli, il silenzio dei Sestieri addormentati, la luce riflessa nei canali, il velluto veneziano della mia Bagonghi.
Grazie al network McGallery by Accor, all’Hotel Papadopoli Venezia e ad Antonella di Kitchen of Fashion per il graditissimo invito e la gentile ospitalità.
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