Logo del Parco Regionale dell'Appia Antica.
Il programma completo degli eventi lo
potete trovare cliccando sull'immagine.
Per darvi un'idea più chiara di dove si trovi il Parco dell'Appia Antica vi posso suggerire le Mura Aureliane. Include Porta San Sebastiano, le Terme di Caracalla, la Villa dei Quintili e le catacombe (Callisto, Domitilla) e, ovviamente la famosa Chiesa Domine Quo Vadis. Questa breve descrizione esclude molti monumenti, ma è solo per brevità che scelgo di non citarli tutti. Sulla Via Appia, infatti, le testimonianze storiche collegabili ad antiche famiglie, abitudini, culti, tradizioni sono presenti in abbondanza, raccontando una storia romana multi sfaccettata. L'Avanti Cristo e il Medioevo convivono a metri di distanza così come gli agglomerati di cemento edificati a partire dal secondo dopoguerra lasciano lo spazio a una natura selvaggia, capace di farti dubitare e traballare nella certezza di trovarti nella capitale. Ci sono oasi di silenzio, il profumo della terra, colonie di lucciole e farfalle, strade selvagge aromatizzate dagli allori, dalle orchidee selvatiche, dalla ginestra, dalle edere, dal sambuco e dall'equiseto, ombreggiate dalle querce e dai canneti. I lecci secolari sono l'ultima testimonianza, secondo alcuni, di un "bosco sacro" sopravvissuto al tempo. Si possono trovare persino le traccie di Mussolini: le palme, per esempio, sono arrivate a Roma in seguito alla campagna africana e altre specie esotiche, amanti dell'acqua, sono state impiantate per bonificare le paludi laziali durante il periodo fascista.
Visitare il parco è semplice e gratuito. Al tempo stesso, partecipare alle iniziative dell'Ente Regionale Parco Appia Antica è altrettanto semplice e, in molti casi, a costo zero. Lungo la Metro A sono presenti molti punti Informativi, in particolare nei pressi dei punti di accesso al parco. In questi luoghi è possibile iscriversi agli eventi, attivare la Carta Amici e noleggiare le biciclette a costi minimi. Nel week end appena passato, mi sono sperimentata nell'aperitivo al tramonto nei pressi del Tempio del Dio Redicolo, non molto distante dal Ninfeo di Egeria. Un geologo biologo ha condotto il gruppo per tre ore in un percorso naturalistico alla scoperta delle specie di piante e insetti presenti lungo Via della Caffarella. Al termine della visita abbiamo potuto assaggiare prodotti tipici coltivati in zona: la ricotta, i formaggi con le noci e i pistacchi, i pomodorini, i vini locali, il pane tipico. Niente che non si trovi regolarmente sulle tavole dei romani, chiaro. Ma questi prodotti provenivano da azienda agricole della zona e portavano nel cuore il sapore della coltivazione a km 0, diverso mille miglia dallo standard dell'iper mercato.
Ci sono moltissimi appuntamenti che mi piacerebbe vivere: i tè con la scienza, le letture al cioccolato, le giornate di trekking e di nordicwalking, la partecipazione alle conferenze sulle visite guidate di maggior prestigio (tutte prenotate in overbooking, purtroppo). Quello che mi ha colpito molto è stato scoprire che esistono dei boschi anche in Roma e che esistono strade di campagna sicure. Mi ha stupito respirare ossigeno. Di solito, inalo smog, fumo, polveri di cemento e zaffate di immondizia (alcune vie soffrono molto le problematiche dell'Ama). Inoltre, non c'erano turisti o papisti. Questi eventi, aperti anche ai visitatori mordi e fuggi, sono quasi ad appannaggio esclusivo della popolazione romana. Ti portano in quei luoghi che il tour organizzato non ti potrà mai far vedere, perché prima della Tomba di Cecilia Metella viene il Colosseo e, prima di farti raggiungere le Catacombe Ebraiche di Villa Rondanini c'è Diocleziano da visitare. Questi tour hanno come comune denominatore la Roma nascosta, autentica e antica, quella capace di resistere persino all'incuria e all'indifferenza delle Belle Arti oppure all'assenza di fondi per le campagne archeologiche o di restauro.
C'è una cosa che mi ha riempito il cuore il sole: in questo parco sono impiegate persone con lauree in materie naturalistiche e scientifiche che, di norma, non vengono mai considerate negli annunci di lavoro tradizionali. Quante volte incontrate richieste per chimici, fisici, biologi e geologi nelle vostre ricerche di lavoro?Scoprire che esistono luoghi, seppure ad immissione regolata da concorsi pubblici, in cui queste figure professionali possono trovare sbocchi è bello. E' bello anche avvicinarsi alla scienza, al metodo scientifico e alle scoperte con il microscopio. E' bello ampliare i propri orizzonti e scoprire che cultura non è solo giro al museo d'ordinanza, a vedere la mostra che tira perché promossa dal giornale blasonato. Vivere la cultura è anche una passeggiata in un parco, alla scoperta delle eruzioni del vulcano laziale. Tutto questo non esclude la poesia, la scrittura, la cucina creativa, l'incontro.
Nel gruppo in cui mi sono inserita c'erano anche persone non accompagnate: ci vuole coraggio per farlo. E' bello sapere che esistono posti in cui si possono vivere esperienze diverse, che nulla hanno a che fare con l'obbligo delle mode e la chiusura ermetica di alcuni gruppi che rifuggono dal diverso e dall'esperienziale.