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settimana che si è appena aperta è caratterizzata, come tutti sanno, dall’ inizio della sessantunesima edizione del Festival di Sanremo. La notizia però non è tanto questa quanto le dichiarazioni rilasciate ieri, in conferenza stampa, dalle due show girls che affincheranno Gianni Morandi nella conduzione del Festival ( Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez qualora ci sia qualcuno che non ne sia ancora informato), a proposito delle manifestazioni congiunte a difesa della dignità femminile, tenutesi in tutte Italia domenica scorsa. Mentre la Canalis e la Belen argomentavano le loro risposte ( ahimè un pò qualunquiste e alquanto pressappochiste) mi veniva in mente che due delle protagoniste del prossimo Sanremo sono il prodotto visibile, tangibile di quel processo di svilimento della dignità femminile attuato dalle tv commerciali negli ultimi vent’ anni e, amplificato, dal linguaggio radiofonico dalle riviste periodiche eccetera. Un contrasto quasi stridente con le migliaia di donne che hanno manifestato nelle diverse piazze italiane. A difesa della donna. Un nobile proposito senza alcun dubbio. Per carità. Il punto nevralgico è che la donna moderna è schiava di se stessa, delle sue ambizioni ( pur legittime intendiamoci) e, paradossalmente, di quegli stessi diritti per i quali le femministe della prima ora si sono battute. Un femminismo che ha preso altre strade. Non più una forma di rivendicazione e di affermazione socio-politica della donna ma uno strumento di ricatto sessuale e di rozza ascesa professionale. Il fatto che le donne protestino fa parte della democrazia. E piazze sane che si riempiono costituiscono una boccata di ossigeno per il nostro sistema democratico. Quello che desta perplessità è l’ incapacità, accumulatasi nei decenni, da parte del genere femminile e dell’ intera società italiana di creare dei punti di rinforzo alla “rivoluzione femminista”. Al contrario, essa è stata corrotto da sudito dalle prime, carezzevoli tentazioni del potere politico ed economico. Ben vengano, e lo ribadisco, le manifestazioni a favore della donna e della sua dignità intellettuale e sessuale. Ma si cominci anche a maturare una riflessione seria sul perchè la donna moderna sembra costringersi da sola in una rigida gabbia schematica ( elabarato dal potere maschile a cui le donne sembrano esclusivamente aspirare) in cui è poco più di un oggetto sessuale. Sul perchè si sono gettati alle ortiche anni di lotte e rivendicazioni da parte delle ” avanguardie rivoluzionarie” femministe. Forse toccherà ai posteri pronunciare l’ ardua sentenza o attendersi risposte proprio dall’ onda rosa?